Danish Hasnain, l’inflessibile: ecco chi è lo zio di Saman, un uomo spietato deciso a “punirla”

8 Giu 2021 9:29 - di Greta Paolucci
zio di Saman

Saman doveva essere punita. Il suo carnefice, lo zio Danish Hasnain, su questo era inflessibile. Determinato a stroncare una volta per tutte la ribellione di una ragazza appena sbocciata che voleva solo vivere e realizzare i suoi sogni. Progetti che, nel corso della sua breve vita, la 18enne pakistana si era abituata a ridimensionare e a cambiare in corsa, no dopo no. Divieto dopo divieto. Voleva studiare Saman, iscriversi al liceo. Ma una volta accettato il rifiuto dei genitori, aveva guardato oltre, alla realizzazione di una vita normale, di un lavoro normale, ma libera dall’obbligo dell’ossequio a una cultura oscurantista e che le ha negato il diritto di esistere e la possibilità di scegliere: per sempre.

Danish Hasnain, lo zio di Saman: il terrore della famiglia

E oggi Saman non c’è più. Lei, che voleva vivere quel suo amore appena nato con il fidanzato pakistano. Frequentato di nascosto dalla famiglia che, per lei, aveva da tempo scelto un cugino rimasto in Pakistan. Dove la ragazza, che sognava di viaggiare e di conoscere il mondo, sarebbe stata costretta a tornare. Non c’era scelta, per lei: tutto era deciso, persino il giorno della sua morte. Arrivata per mano dello zio violento e determinato a punire quella 18enne «colpevole», ai suoi occhi, di essersi allontanata dai precetti dell’Islam. Di opporsi all’incubo di una vita segnata dall’obbedienza cieca a dettami ancestrali da cui Saman sognava di emanciparsi. Una ricerca di libertà e indipendenza che ha pagato al prezzo più alto. La sua giovane vita, stretta nella morsa di una famiglia sorda al richiamo dell’amore, si è spezzata nelle mani del suo carnefice: il fratello di suo padre, il 33enne pachistano ricercato in tutta Europa per l’omicidio della nipote.

Caccia all’uomo in mezza Europa: lo zio di Saman in fuga senza auto e cellulare

Una caccia all’uomo, quella in corso, che vede la cooperazione internazionale delle forze dell’ordine, che al momento ha già portato all’arresto di un cugino di Saman, fermato in Francia mentre cercava di raggiungere Barcellona. Quanto a Shabbar e a sua moglie, riferisce oggi Il Corriere della sera, «la procuratrice Isabella Chiesi ha detto che sta per essere perfezionata la rogatoria. La coppia qui in Italia ha un avvocato d’ufficio, il reggiano Simone Servillo». Il legale ha mandato a Shabbar (padre di Saman ndr) un messaggio su WhatsApp. «Gli ho detto di chiamarmi. So che lo ha letto, c’è la spunta verde sul telefonino».

Chi è il 33enne Danish Hasnain, l’inflessibile

Lo zio Hasnain, invece, per gli inquirenti che sono sulle sue tracce, molto probabilmente si trova in Francia.  Più difficile che sia fermato in Svizzera o che si diriga in Spagna. «Ma è soltanto questione di tempo, non ha scampo» dicono gli investigatori. Hasnain è braccato. Non può usare un cellulare. Ed è senza un’automobile. «È complicato per lui cercare aiuti», riferisce sempre il Corriere, riportando quanto sostiene un carabiniere del Reparto operativo diretto da Stefano Bove che gli sta dando la caccia. Coadiuvato, in questo, soprattutto dalla polizia d’oltralpe che già ha fermato un altro dei cugini fuggitivi, Ikram Ijaz, per il quale è stata concessa l’estradizione.

Lo zio di Saman, feroce nel voler punire  quell’«ostinazione» della nipote

La caccia all’uomo procede serrata alla ricerca di Danish Hasnain: l’uomo senza precedenti e di cui, fino a qualche giorno fa, nel Reggiano si sapeva solo che era «un bravo lavoratore» che non ha mai creato problemi ai diversi titolari delle aziende agricole di cui è stato dipendente. Eppure, le carte dell’ordinanza che ricostruiscono quanto di lui riferito dal fratello 16enne di Saman, restituiscono dell’uomo l’immagine di un uomo violento. Feroce nel voler punire  quell’«ostinazione» di Saman a voler vivere una vita normale ma scelta da lei. E che la portava a scontrarsi con i genitori.

Lo zio di Saman in chat: «Un lavoro fatto bene»…

E, soprattutto, con lo zio: musulmani osservanti. Secondo quanto ricostruisce il Corriere della sera, allora, sembra che Hasnain avesse insistito più volte sul fatto che la nipote «non rispettava gli obblighi religiosi del Ramadan». E poi, è arrivato quel no alle nozze organizzate in Pakistan. Un rifiuto per gli adulti di quella famiglia inaccettabile. Una opposizione a cui lo zio di Saman ha risposto con la morte. Con la violenza di quella che lo stesso carnefice avrebbe definito in una chat, «un lavoro fatto bene»…

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