Sondaggi, l’analisi di Noto partito per partito a Radio University: gli equilibri sono cambiati
Nella nuova puntata di Radio University il professor Noto ha iniziato l’analisi della politica italiana attraverso i sondaggi. Fratelli d’Italia sta volando nelle intenzioni di voto, battendo ogni record precedente. E i media si chiedono se ci sarà il sorpasso sulla Lega. Consultando i dati degli ultimi 8-9 mesi, si ha trend positivo per FdI e un trend sempre più negativo per la Lega. Siamo passati da una differenza di più di 20 punti a una differenza che è attorno a 3-4 punti. La flessione del Carroccio non è ascrivibile solamente al fatto che sia entrata a far parte del governo Draghi. C’era stata una perdita significativa anche prima.
Sondaggi, la Lega e Fratelli d’Italia
Secondo i sondaggi di Noto, la Lega valeva intorno al 35-36%. Alle elezioni europee aveva avuto il 34%. Dal momento dello strappo con i pentastellati e il successivo governo giallorosso, la Lega ha iniziato a perdere consenso. E prima del governo Draghi era già scesa intorno al 25%. Tale flessione si è protratta ed ha perso ulteriormente 2,5-3 punti. Nell’attuale quotazione elettorale sarebbe intorno al 22-22,5%. Parte degli elettori pensa che la Lega faccia più testimonianza che azioni reali. Il fatto che Fratelli d’Italia sia attualmente al 17-18% significa che al dato massimo che aveva raggiunto Alleanza Nazionale, il 15%, si aggiungono i voti che derivano dell’appannamento di Forza Italia. Secondo Noto a questo si aggiunge il fatto che il partito della Meloni, sta beneficiando di un voto di ritorno. Un voto che proviene da elettori insoddisfatti che negli anni scorsi hanno votato 5 stelle ed oggi ne sono delusi.
La Russa e il voto di ritorno dai 5Stelle
La Russa sottolinea come il voto che torna dai 5stelle è un voto originariamente di destra. «Noi siamo forti grazie alla credibilità attuale di un leader giovane come Giorgia Meloni. Gli amici della Lega lo devono sapere; il nostro obbiettivo non è togliere voti alla Lega. Vogliamo ricostruire l’area politica e di consenso che appartiene storicamente alla destra». E gli altri partiti? Secondo i sondaggi, il Pd non ha aumentato consensi dopo il cambio della guardia tra Zingaretti e Letta. Si è infatti mantenuto costante intorno al 18-19%. Il M5S, con la leadership di Conte, arriverebbe intorno al 19-20%. Invece, senza leadership di Conte scenderebbe al 15-16%.
Il peso di Conte nei sondaggi
In entrambi i casi rimarrebbe una differenza marcata tra centrodestra e il centrosinistra. Non ci sarebbe comunque un testa a testa, anche se Conte dovesse creare un proprio partito. Perché Renzi si è fatto il suo partito ma non travalica il 3%. Qual è l’aspetto che frena la crescita di Renzi? Secondo Antonio Noto, nei suoi confronti si è creato un pregiudizio. Il suo livello di fiducia è tra i più bassi che gli italiani attribuiscono ai leader di politici, del 12-13%. E accade perché nel mercato elettorale, quando c’è un ciclo di vita che va in negativo è difficile che quel leader possa risalire. Renzi non l’ha compreso e probabilmente dice le stesse cose che diceva quando aveva il 40% alle europee.
Il ruolo di Renzi e Berlusconi
La Russa provoca Noto con una domanda: se Renzi entrasse in Forza Italia porterebbe al centrodestra un vantaggio o uno svantaggio? Uno svantaggio poiché Forza Italia continua ad essere un partito che si mantiene al 7-8%, esclusivamente legato alla figura di Berlusconi. Renzi inoltre godendo di un pregiudizio in negativo, sarebbe sempre un peso per il centrodestra. E se fosse Forza Italia a spostarsi all’aerea di centrosinistra? Cederebbe parte dei voti al centrodestra.
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