Roma Caput Cinghiali, la ridicola tesi di Selvaggia Lucarelli in difesa della Raggi: “Non può ammazzarli”

18 Mag 2021 8:26 - di Marta Lima

In difesa di Virginia Raggi e della Roma Caput Cinghiali scende la firma di punta del “Fatto Quotidiano”, Selvaggia Lucarelli, che ironizza sulle critiche piovute sulla sindaca di Roma alla luce dell’ennesimo video che riprende gli animali selvatici in azione nella città. Nel caso del video dello “scippo” della spesa ai danni di una signora di un supermercato, su cui – ma ci vorrebbe il Var – andrebbe verificata l’esatta posizione, se appena dentro o appena fuori i confini della Capitale – è da anni che l’amministrazione capitolina è nell’occhio del ciclone per il degrado urbano, tra gabbiani inselvatichiti nella spazzatura, topi, blatte, escrementi di uccelli e anche cinghiali, perfino nel centro di Roma. “Ma non è colpa di Virginia…”, prova a difenderla la Lucarelli.

I cinghiali di Virginia Raggi e la difesa della Lucarelli

“Tutte le mattine, a Roma, Virginia Raggi si sveglia e sa che deve correre più dei cinghiali o verrà uccisa dai nemici della sua ricandidatura. Nemici a cui non interessano i conti in rosso, il traffico, le periferie, i rifiuti, i mezzi pubblici. No, sono ossessionati dai cinghiali…”. La colpa, dunque, secondo l’editorialista del “Fatto”, sarebbe dei politici che speculano sugli animali selvatici mentre alla gente comune farebbe piacere muoversi come in uno zoo safari africano.

La colpa è anche dei giornalisti, ovviamente. “Inutile provare a spiegare che con la pandemia gli animali si sono avvicinati maggiormente ai centri urbani, che intorno alla Capitale ci sono parchi naturali, che finché sono nel ragù delle pappardelle vanno bene a tutti ma se provi a toccarli ti si scatenano contro tutti gli enti in difesa degli animali, che non li può uccidere la Raggi a mani nude, che si potrebbe organizzare la cinghialomachìa nel Colosseo così si eliminano tra di loro, ma Malagò dice che è una competizione tvoppo volgave. No, i cinghiali sono colpa della Raggi e basta…”. La tesi, alla Travaglio, ovvero nel segno del paradosso, è che siccome i cinghiali non si possono uccidere, tantomeno a mani nude, non è possibile neanche evitare che arrivino a frotte in città attirati dalla caterva di rifiuti abbandonati per strada. Singolare, no?

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