Lettera “minacciosa” di Conte all’Annunziata, Anzaldi: “Si faccia luce sugli anni bui del metodo Casalino”
24 Mag 2021 19:18 - di Adriana De Conto
Anzaldi si scatena sullo scontro Conte- Annunziata. Il metodo Casalino in Rai si è materializzato. “Dottoressa Annunziata, lei mi ha diffamato”. Così ha scritto Giuseppe Conte alla conduttrice di Mezz’ora in più, su Rai3, “costretta” domenica a ritagliarsi uno spazio per leggere per intero la “letteraccia da lui inviata”. Minacciando di adire le vie legali qualora la giornalista si fosse rifiutata di farlo. La polemica era nata domenica 16 maggio, quando la Annunziata aveva ospitato Alessandro Di Battista. Parlando della situazione di Claudio Durigon, era stato fatto dalla Annunziata un parallelismo: tra le accuse indirizzate al sottosegretario della Lega tirato in ballo da controverso un audio pubblicato da Fanpage; e quelle mosse a Conte dal quotidiano Domani circa la vicenda delle presunte consulenze dell’ex premier in relazione alla compravendita di un albergo a Venezia. E’ bastata una domanda a far scattare “il metodo Casalino”, come lo definisce Anzaldi. Il premier nella lettera respinge le accose parlando di “lecità attività professionale”.
Rai, Anzaldi: “Cos’è stato il metodo Casalino: soprusi e minacce”
Alla fine della precisazione – che Conte ha chiesto venisse letta per intero – la Annunziata ha tenuto a difendere la sue prerogative: annunciando che lo scontro proseguirà in altre sedi: “Esiste il suo diritto di difendere la sua reputazione e la sua figura pubblica, ma anche il mio diritto alla difesa”. E ha chiesto di essere audita in vigilanza Rai per chiarire il tutto. Sulla vicenda spara a zero Anzaldi, deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai. Lo fa con un lungo post su Fb poi ripreso da vigilanzatv. ” Mi auguro che la richiesta di Lucia Annunziata di essere ascoltata in commissione di Vigilanza Rai, dopo la lettera dai toni minacciosi e arroganti ricevuta dall’ex presidente del Consiglio Conte, venga accolta. Perché può diventare l’occasione per iniziare a fare luce con una serie di audizioni sul “Metodo Casalino”: tre anni di abusi, forzature, toni minacciosi e attacchi all’autonomia giornalistica; in particolare del servizio pubblico, perpetrati dall’allora presidente Conte e dal suo portavoce a Palazzo Chigi”.
Anzaldi: Casalino e i suoi metodi: un elenco di casi
E’ molto grave l’episodio, c’è “addirittura la minaccia di querela in caso la lettera non venga letta “per intero. Conte dopo le inquadrature dei tg vuole decidere anche come debba essere letta una precisazione? Ma non è il primo episodio”, scrive Anzaldi, facendo uno ‘storico anagrafico’ di cosa è stato il metodo Casalino. “In questi anni abbiamo visto di tutto: le immagini in posa di Conte alla sua scrivania realizzate direttamente dagli uffici di Casalino e trasmesse per mesi nei telegiornali Rai; in maniera ripetuta e ossessiva; le conferenze stampa show di Conte, senza domande. Che in prima serata durante la pandemia si sostituivano alle edizioni dei telegiornali per comunicare Dpcm: che ancora non erano stati neanche firmati e in alcuni casi sono diventate anche palcoscenico per attacchi ai leader dell’opposizione”.
“Casalino minacciò di querelarmi”
Ancora, Anzaldi rinfaccia di tutto: “L’irrisione di Conte alle poche vere domande avanzate dai giornalisti: come è accaduto il 17 maggio 2020 al giornalista di Rtl Alberto Ciapparoni. Dileggiato per aver osato mettere in discussione l’operato di Arcuri sulle mascherine; le fake news diffuse in comunicati ufficiali di palazzo Chigi. Come quando Conte fece smentire la notizia rivelata in anteprima da Francesco Verderami sul “Corriere della Sera” sul blitz di agosto per rinnovare i vertici dei servizi segreti. Nnotizia che poi si è rivelata assolutamente vera e confermata”. Anzaldi ha buona memoria: “Le minacce a mezzo stampa, firmate Palazzo Chigi, di querela nei confronti del senatore Grassi. Che rivelò il tentativo di Conte di “comprarlo” con un incarico per passare in maggioranza”.
Casalino e la Rai, Anzaldi: “Si faccia luce su questi anni bui”
Non ultime “Le intimidazioni al sottoscritto – leggiamo nul lungo post – minacciato di querela dallo stesso Casalino; per aver rivelato una torbida manovra mediatica orchestrata da Palazzo Chigi che mise addirittura in imbarazzo il Quirinale. Costretto a smentire i contenuti inventati di un colloquio tra Mattarella e Conte. Episodi assurdi, allucinanti. Il “metodo Casalino” piombò sul “Il Foglio”. Casalino pronunciò una ‘fatwa’ contro il quotidiano pronunciata il 12 luglio 2018: (‘Adesso che il Foglio chiude, che fai? Mi dici a che serve il Foglio? Non conta nulla… Perché esiste?’). Ebbene “un anno dopo il dipartimento Editoria della presidenza del Consiglio esclude il quotidiano dai contributi pubblici; le telefonate di Casalino ai parlamentari M5s per votare contro Draghi, in cambio di una ricandidatura, di cui la stampa ha dato notizia il 3 febbraio scorso; gli inviti a ripetizione in tutte le trasmissioni Rai, in particolare Rai1, per promuovere il libro di Casalino, che sebbene abbia avuto una visibilità senza pari si è poi rivelato un flop”.
“L’audizione dell’Annunziata sia la prima di una lunga serie”
Il “Metodo Casalino” – conclude Anzaldi – è anche l’eliminazione del contraddittorio nelle trasmissioni televisive: mai nessun esponente M5s si è misurato in un faccia a faccia. Mai né Conte, né Di Maio, né Di Battista si sono confrontati con esponenti di altri partiti: una situazione che non ha eguali in nessun paese democratico. Un’imposizione accettata in silenzio dai conduttori del servizio pubblico e delle tv commerciali; sebbene l’Agcom abbia più volte richiamato al rispetto di questo principio fondamentale per il confronto democratico. Ben venga, quindi – conclude Anzaldi- l’audizione di Lucia Annunziata, ma che sia la prima di una serie di convocazioni che interessino anche: Ordine dei Giornalisti, Fnsi, Usigrai, Cdr dei telegiornali, altri conduttori e giornalisti Rai. Pronti a denunciare, sul modello di una commissione d’inchiesta. Si faccia davvero luce su questi anni bui per il pluralismo, la libertà di informazione e il corretto giornalismo”.