“II Piave mormorava…”. Cominciò il 24 Maggio la storia degli italiani: torni festa nazionale (video)
24 Maggio: se c’è una data da cerchiare in rosso sul calendario è proprio questa. Lo segnaliamo a chi fosse ancora in cerca di un chiodo cui appendere l’incipit della nostra storia nazionale in età contemporanea. L’unica, del resto, immortalata in un inno, la Leggenda del Piave di E. A. Mario, pseudonimo di Giovanni Ermete Gaeta. Quel giorno segna infatti l’ingresso dell’Italia nel conflitto che tre anni e mezzo dopo – il 4 novembre del 1918 – l’avrebbe condotta alla conquista delle cosiddette Terre Irredente. La liberazione di Trieste e Trento completava di fatto il processo di unità nazionale avviato dal Risorgimento.
La proposta di Marcello Veneziani
Sei anni fa, in occasione del centenario dell’inizio della Grande Guerra, ci provò Marcello Veneziani a tirar fuori dal baule dei ricordi ingialliti il 24 Maggio. Lo fece con un lettera al Corriere della Sera, ripresa con grande evidenza dal nostro giornale. «Ricordare quel centenario – vi si leggeva – significa ripensare l’Italia, riproporre il tema dell’identità nazionale nello scenario presente e proiettarsi a pensare il futuro senza cancellare o smantellare le storie e le culture nazionali». Da qui la proposta di ripristinarne la festività nazionale. Non in omaggio ad un nazionalismo fuori tempo massimo, ma per dotare di una bussola una comunità nazionale priva di riferimenti condivisi.
24 Maggio 1915: l’Italia entra in guerra
Nulla di più vero se solo si considera che quel poco di mastice rimasto a tenere incollati gli italiani risale a un secolo fa. Compreso, appunto, il 24 Maggio. Tutto il resto è recriminazione, divisione, sopraffazione e manipolazione. Non unisce il 25 Aprile dei partigiani, ricorrenza dapprima egemonizzata dalla sinistra ex-post e neo comunista e ora sequestrata dagli spezzoni di quella antagonista. E neppure il 2 Giugno dei repubblicani, tuttora illividito dai sospetti di brogli elettorali. Sia chiaro, nessuno pensa di togliere i santi dagli altari, per quanto posticci. A patto, però, che vi vengano ricollocati quelli veri. Giusto per averne qualcuno da cui farsi ispirare nei momenti difficili. Tanto più che quelli fasulli in esposizione da oltre mezzo secolo non hanno funzionato.
Ricordo che il famoso brano enfatizzava : ..non passa lo straniero !!.
… Povera Italia, a guardare come siamo ridotti oggi, grazie a questi mentecatti. al governo. In Italia lo straniero entra ed esce come meglio gli aggrada.