È l’ultima di Saviano, ma non fa ridere: «Un milione di migranti per ripopolare il nostro Sud»

3 Mag 2021 17:22 - di Valerio Falerni
Saviano

«Nu milione: ‘o anema d’o priatorio». Fortuna che essendo partenopeo (e parte napoletano) Roberto Saviano non ha bisogno della sottotitolazione di pagina 777 per afferrare il senso dell’imprecazione. Sa fin troppo bene infatti che l’abbiamo presa in prestito da Così parlò Bellavista, successo in celluloide di Luciano De Crescenzo che tra l’altro conteneva uno spot contro la camorra talmente efficace da far impallidire le pur celebrate e remunerative performance letterarie di Saviano sul tema. Nel film la pronunciava il suocero dell’ingegner Bellavista. E solo quando sentiva parlare di denaro. Per il resto, vegetava su una vecchia sedia a dondolo, con gli occhi serrati e a tutto indifferente. Tranne, appunto, al famoso «milione».

Così Saviano a Liberation

Fatale, perciò, che la mente tornasse a quello sketch nel leggere un passo dell’intervista dell’autore di Gomorra al giornale Liberation. Una sentenza, più che una risposta: «In Italia è urgente accogliere un milione di migranti e renderli cittadini italiani, di installarli nel Sud per far rivivere questa regione che si svuota». In verità, la prima reazione, quella d’istinto, è stata una pernacchia alla Totò come risposta. Ma alla fine, leggendo e rileggendo, ha prevalso il ricorso all’imprecazione di cui sopra: «Nu milione: ‘o anema d’o priatorio» (tradotto: «Un milione, o anime del Purgatorio»). Calza alla perfezione. Tanto più che è inequivocabilmente indirizzata all’Aldilà.

«Nessuno spazio ai fascisti»

Chi altri, del resto, potrebbe aiutarci a sopportare le grottesche ricette di Saviano sulla demografia italiana in picchiata o sullo spopolamento del nostro Sud? Già, ci piacerebbe vederlo mentre, novello Enea, si carica l’Africa sulle spalle per guidare il «milione» di migranti all’approdo delle nostre spiagge. Almeno ci spiegasse come intende fare. Li andiamo a prendere noi o basta spalancare i porti? «Ennesimo delirio», ha tagliato corto Giorgia Meloni. Ma Saviano è Saviano: le domande le fa, non le subisce. Neppure se l’intervistato è lui. L’ultima perla regalata a Liberation ne è un esempio. Riguarda il dibattito sul ruolo delle Ong da lui sostenute senza “se” e senza “ma”. Sul punto, ha avvertito, «non bisogna lasciare lo spazio pubblico ai cospirazionisti, ai fascisti ma è necessario rimanere nell’ambito della ragione». La sua, ovviamente.

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