Da Israele pioggia di missili su Gaza: paralizzate le infrastrutture sotterranee di Hamas, 20 omicidi mirati

14 Mag 2021 11:30 - di Paolo Lami

Israele ha lanciato nella notte un intenso attacco aereo nella Striscia di Gaza, mentre – stando ad al-Jazeera – proseguono le operazioni.

Secondo i militari, riporta il Times of Israel, circa 160 jet hanno partecipato all’operazione aerea contro una rete di infrastrutture sotterranee scavate da Hamas sotto la città di Gaza che viene descritta come la più vasta dall’inizio, lunedì, delle ostilità.

In circa 40 minuti sono stati lanciati 450 missili contro 150 obiettivi nel nord di Gaza. Tank e artiglieria sul confine con Gaza hanno partecipato alle operazioni contro obiettivi di Hamas.

“Ho detto che avremmo fatto pagare un prezzo molto pesante ad Hamas e lo stiamo facendo e lo continueremo a fare con grande forza”, ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu mentre le forze israeliane iniziavano un attacco con forze aeree e terrestri a Gaza.

“La parola fine non è ancora detta. E questa operazione continuerà fino a quando sarà necessario”, ha aggiunto il premier israeliano.

Hamas conta centinaia di morti” a seguito delle operazioni israeliane nella Striscia di Gaza, ha sostenuto un ufficiale israeliano della sicurezza. Che, in dichiarazioni diffuse da Channel 12, ha parlato di “almeno 20 omicidi mirati di esponenti” del movimento “effettuati ieri”.

Il ministero della Salute della Striscia di Gaza, controllata da Hamas, ha confermato un bilancio di 119 morti nelle ostilità che vanno avanti da lunedì.

“Secondo le notizie ricevute, 27 bambini sono stati uccisi nella Striscia di Gaza dal 10 maggio, due quelli uccisi in Israele“, ha detto l’ufficio dell’Unicef in Palestina, secondo cui “nessun luogo è sicuro per i bambini finché il conflitto continua”.

“Abbiamo distrutto la maggior parte del sistema dell’organizzazione per la fabbricazione di razzi, abbiamo paralizzato il sistema delle infrastrutture sotterranee, che era il loro strumento strategico“, ha sostenuto la fonte, parlando anche di “molti altri risultati”.

Nella notte le forze di difesa israeliane hanno ordinato “a tutti, nel raggio di 4 chilometri, di entrare in un rifugio antiaereo e di rimanere lì fino a nuovo avviso”.

Il Times of Israel spiega che “questa sembra essere una misura precauzionale poiché l’esercito prevede una significativa rappresaglia da parte dei gruppi terroristici nella Striscia mentre le forze israeliane conducono un massiccio sbarramento su obiettivi nel nord di Gaza“.

Il sistema di difesa antimissile di Israele ‘Iron Dome’ ha intercettato dozzine di razzi lanciati da Hamas – che parla di 50 razzi – verso Ashdod, Beersheba e altre località del paese.

Circa 2.000 i razzi e i colpi di mortaio lanciati dalla Striscia di Gaza in direzione di Israele da lunedì scorso, dall’inizio delle ostilità tra Israele e Hamas, secondo l’Idf, le forze israeliane.

La maggior parte dei razzi diretti verso aree abitate di Israele sono stati intercettati dal sistema Iron Dome.

Per ora le truppe di terra israeliane non sono entrate nella Striscia di Gaza, come era stato preannunciato ieri.

C’è stato, anzi, un giallo su questa annunciata invasione di terra.

“Ci sono truppe di terra a Gaza“, aveva detto, inizialmente, il colonnello Jonathan Conricus, portavoce militare israeliano, citato dal Wall Street Journal. Le truppe israeliane sono entrate a Gaza da nord con i carri armati, secondo le testimonianze della popolazione.

Nei giorni scorsi erano stati ammassati al confine non più di 4.000 soldati, il che suggeriva che si trattasse di un‘operazione di scala limitata e non proprio di un’invasione militare di terra.

Poi, successivamente, la Difesa israeliana ha corretto il tiro precisato che “attualmente non ci sono truppe” dell‘Idf, le forze di difesa israeliane, all’interno della Striscia di Gaza.

Le forze di terra e dell’aria dell’Idf, ha precisato la Difesa di Tel Aviv, “stanno conducendo operazioni nei confronti di obiettivi all’interno della Striscia di Gaza“.

Intanto al-Jazeera cita notizie dell’agenzia Safa secondo cui stamani altri bombardamenti israeliani hanno colpito diverse aree nel nord e nell’est della città di Gaza, oltre alla località di al-Fakhari, a est di Khan Yunis.

Secondo la stessa al-Jazeera, che cita ancora l’agenzia Safa, “intensi” bombardamenti dell’artiglieria hanno colpito anche a est della zona di Deir al-Balah, a sud della città di Gaza. Le stesse fonti segnalano operazioni anche a est di Maghazi, sempre nella zona di Deir al-Balah.

“Il consiglio di Sicurezza dell’Onu si riunirà domenica per discutere della situazione in Israele ed a Gaza“, ha annunciato su Twitter Linda Thomas Greenfield, ambasciatrice americana all’Onu, sottolineando che “gli Stati Uniti continueranno ad impegnarsi attivamente in azione diplomatica al più alto livello per cercare di far rientrare le tensioni”.

Gli Stati Uniti oggi avevano bloccato la richiesta, avanzata dalla Cina ed altri Paesi del Consiglio, di convocare per domani una riunione di emergenza a porte aperte.

Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, aveva spiegato che Washington si opponeva alla richiesta di svolgere domani una nuova riunione, la terza in pochi giorni, di emergenza per dare invece “tempo alla diplomazia“.

Il vice assistente segretario di Stato per gli affari israeliani e palestinesi, Hady Amr, è stato inviato nella regione per avere colloqui con le parti nel tentativo di raggiungere un cessate il fuoco.

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