Claudio Baglioni compie 70 anni. Un cantautore di successo che per anni la sinistra radical ha snobbato

15 Mag 2021 14:14 - di Giulia Melodia
Claudio Baglioni 70 anni

Claudio Baglioni compie 70 anni. E come direbbe un Nanni Moretti d’annata: è uno splendido settantenne. Un uomo appagato e un artista amato e apprezzato. Nonostante per anni la sinistra radical lo abbia snobbato perché lontano dallo stereotipo del cantautore dem militante. Sdoganandolo e ammettendolo ai segreti del culto della critica integralista solo negli ultimi anni. Quando, dopo decenni in cui lo relegava artisticamente a cantante “schierato a destra”. Declassandolo solo in quanto schierato su posizioni e temi lontani da quello dell’intellighenzia radical chic, ha ritenuto di promuovere e avocare a sé. Fino a 5 minuti prima, però, per i salotti animati dall’intellighenzia impegnata e buonista, Baglioni rappresentava l’antitesi dell’immagine del “cantautore tipo” sbandierata dalla sinistra militante. Un processo di “promozione” e “riconoscimento” a cui, dopo Fabio Fazio, Baglioni ha potuto compiere anche grazie alle dichiarazioni a favore degli sbarchi pubblicizzate qualche anno fa da Lampedusa. Un’inversione di tendenza che, insieme a tutto il resto, ha fatto la differenza. Animando un revisionismo tipico della sinistra, pronta a ricredersi e solerte nel rivendicare a sé l’ultimo nome di successo.

Claudio Baglioni compie 70 anni

Ma tant’è. Anche perché, pure senza il tardivo imprimatur arrivato dalla sinistra al caviale, e dai suoi immancabili salottieri buonisti e rigorosamente radical chic, Claudio Baglioni sarebbe stato sempre quello che conosciamo. Il cantautore che, in mezzo secolo di carriera ha firmato successi internazionali. Che ha venduto oltre 60 milioni di dischi. L’autore di brani famosi in tutto il mondo e in cui generazioni e generazioni hanno ravvisato amori, atmosfere, ritratti e drammi di tutti i giorni. Non a caso, Claudio Baglioni, “un cantastorie dei nostri giorni”, recita proprio il titolo del suo secondo disco. Il suo regalo al pubblico – e a se stesso – per il traguardo che domani lo porterà a spegnere le 70 candeline e un nuovo omaggio a una carriera ricca e costellata di successi di pubblico e soddisfazioni della critica.

Cantautore di successo che la sinistra radical chic ha tirato per la giacca solo recentemente

Il cantautore, che come ci ricorda l’Adnkronos è nato il 16 maggio 1951 nel quartiere romano di Montesacro (da qui nasce la sua canzone 51 Montesacro), nel suo mezzo secolo di carriera – 16 album originali. 12 raccolte dal vivo. 3 da interprete e numerose raccolte vendute in oltre 60 milioni di copie – è sempre stato un irregolare nel mondo della musica leggera. La canzone d’autore, forse, quella più rigorosamente attenta ai dettami che il brand richiede in termini di impegno civile, non gli ha mai perdonato lo straordinario successo che ha avuto. Un successo di popolo, in cui intere generazioni – senza guardare a inutili classificazioni, soprattutto quando andava di moda l’impegno e la militanza politica – si sono rispecchiate «strada facendo» nelle sue canzoni d’amore.

Claudio Baglioni, un “cantastorie” dei nostri giorni

Nelle sue storie della gioventù. Come in quelle partorite nella  maturità anagrafica e creativa. Ma anche nelle sue “narrazioni” dei temi sociali che, di volta in volta sentiva e traduceva in testi e musica, nel suo costante racconto della «vita è adesso». E così, come ricorda sempre l’Adnkronos, «da “cantautore del popolo”, tra serenate, memorie dolorose e piene di speranza, illusioni e delusioni, ha coniato anche, grazie a uno dei suoi primi concerti negli stadi, nel 1981 con il tour “Alè-oò”, un canto che è diventato l’inno di tanti tifosi nel mondo».

Un cantautore che la sinistra radical chic ha snobbato

Ma Baglioni è per tutti, soprattutto, il cantautore che firma e si afferma con il terzo album Questo piccolo grande amore (1972), il cui brano eponimo si è rivelato uno dei successi più ampi. Conosciuti e duraturi della canzone d’autore italiana. Un brano che, non a caso, al Festival di Sanremo del 1985 viene unanimemente eletto “Canzone del secolo”. L’attitudine a interpretare ed esprimere sentimenti diffusi tra gli adolescenti. Quella canzone in cui generazioni e generazioni hanno riconosciuto, col passare del tempo, un testo di riferimento che scoperchiava e rispolverava ricordi e sensazioni, sarebbe diventata poi il titolo della svolta. Quello che, accompagnato a una sempre più matura e articolata sensibilità musicale, avrebbe fatto da apripista a nuovi successi e intramontabili classici del suo repertorio.

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