Caos grillino: i giudici decapitano il M5S, vincono gli espulsi che avevano detto no a Draghi

5 Mag 2021 15:57 - di Marta Lima

Il reggente non era più capo politico al momento delle espulsioni dal M5S, Vito Crimi non aveva titolo a buttare fuori nessuno e quindi gli espulsi sono dentro. La clamorosa decisione arriva dalla Corte d’Appello di Cagliari che ha dichiarato inammissibile il reclamo presentato da Vito Crimi contro la nomina di un curatore speciale per il M5S, nell’ambito della causa intentata dalla consigliera regionale (espulsa e poi reintegrata) Carla Cuccu. Il M5S, di fatto, resta senza una leadership.

La Corte d’Appello getta nel caos il Movimento

Per la Corte d’Appello i decreti del Presidente del Tribunale non sono reclamabili. Nel provvedimento di nove pagine, firmato dalla Presidente Maria Mura, la Corte, nel respingere il reclamo di Crimi, scrive infatti: “Pur concordandosi con Vito Claudio Crimi e l’associazione MoVimento 5 Stelle che in astratto la reclamabilità in Corte d’Appello ex art. 739 c.p.c. non è preclusa dalla natura non decisoria e non definitiva del provvedimento, tuttavia ciò non conduce ad un risultato per essi favorevole, in quanto, ad avviso del Collegio, il reclamo non è consentito dalla disposizione codicistica invocata che prevede la reclamabilità soltanto dei decreti del giudice tutelare davanti al Tribunale e dei decreti del Tribunale in camera di consiglio in primo grado davanti alla Corte d’Appello”.

“Detto articolo non prevede infatti quale regola generale la reclamabilità dei provvedimenti del Presidente del Tribunale ma esclusivamente del Tribunale ed essa non può pertanto essere invocata a sostegno dell’impugnazione che ci occupa, così come peraltro affermato da autorevole dottrina e dalla Corte di Cassazione seppure con riguardo a provvedimenti presidenziali pronunciati in materie diverse da quella all’esame”, si legge ancora.

Il M5S si ritrova dentro gli espulsi

“Ma guarda?! La verità viene sempre a galla! Il reggente non era più capo politico al momento delle espulsioni. Cosa che abbiamo contestato tutti nei ricorsi presentati. Dunque, a che titolo avrebbe sbattuto fuori i suoi colleghi dal gruppo? Può una persona autoprorogarsi per un anno e mezzo in un ruolo di comando fregandosene anche delle votazioni fatte agli Stati Generali dove si era deciso che a dirigere il Movimento fosse una guida collegiale regolarmente votata dagli iscritti? Curioso appellarsi alle regolette per mettere alla porta i colleghi e poi non rispettarne neanche mezza!”. E’ il post pubblicato su Facebook dalla deputata Emanuela Corda, espulsa dal M5S per non aver votato la fiducia al governo Draghi e artefice del contenzioso giudiziario.

Il curatore speciale: “Ci sono io…”

“Un rappresentante legale  del M5S c’è, sono io”. A parlare, all’Adnkronos, è Silvio Demurtas, il legale scelto dal Tribunale di Cagliari come curatore speciale del Movimento 5 Stelle nell’ambito della causa intentata dalla consigliera sarda espulsa (e poi reintegrata) Carla Cuccu. Demurtas commenta così la decisione della Corte d’Appello di Cagliari che ha rigettato il ricorso presentato dal reggente Vito Crimi contro la sua nomina: i legali di Cuccu, Lorenzo Borrè e Patrizio Rovelli, scriveranno alla Procura cagliaritana per sollecitare il garante pentastellato Beppe Grillo a indire la votazione per eleggere i cinque membri del Comitato direttivo, ora vacante. Una grana che getta nel panico i gruppi parlamentari e rischia di frenare le ambizioni del leader in pectore del M5S, Giuseppe Conte.

“In teoria – sostiene Demurtas – la Procura potrebbe chiedere anche a me di sollecitare Grillo a organizzare la consultazione. O potrebbe chiedere direttamente a me di fare le convocazioni”. Quindi se il Pm glielo chiedesse lei potrebbe convocare l’assemblea degli iscritti per votare l’organo collegiale? “Astrattamente sì, potrebbe chiederlo a Grillo ma anche a me. Questo sempre in teoria, vedremo come si svilupperà la questione”.

 

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