Toni Capuozzo ridicolizza la Murgia e si scaglia contro Pd e M5S: «Figli della cultura del sospetto»

15 Apr 2021 11:57 - di Federica Argento
Capuozzo

Se c’è una minaccia oggi in Italia, viene più dalla politica, da chi è in giacca e cravatta, non certo dai militari in uniforme”. E’ uno dei passaggi chiave di una lunga e bella intervista che Toni Capuozzo ha rilasciato al Giornale. Inviato di guerra, esperto di cronache non solo internazionali, è un giornalista che fa dell’onestà intellettuale il suo marchio di fabbrica. Pertanto senza i paraocchi delle ideologie commenta con biasimo la polemica sulla paura e il sospetto che incutono le divise nello stano mondo di Michela Murgia e dei salotti che la coccolano. Il pensiero mainstream diffuso è un insulto all’intelligenza e alla cultura.

Capuozzo ridicolizza la Murgia sulle divise

Capuozzo sostiene che tale polemica è durata fin troppo. Troppa importanza a parole vuote. “Si è dato anche troppo peso a questo polemica. In ogni caso le parole della Murgia mi sembrano derivino da una cultura di basso conio per cui i militari sono sempre golpisti, tutti dei Pinochet”. Se la ride il giornalista e scrittore. “Pensare che dove c’è un militare, ci sia una minaccia per la democrazia ovviamente non ha alcun senso”.

Capuozzo: “La Murgia non sa che in Portogallo…”

Gli esempi sono tanti, uno in particolare dovrebbe essere significativo. Ma è ovvio che la Murgia parla senza sapere nulla: “In Portogallo fu proprio l’esercito a porre fine alla dittatura e a inaugurare un nuovo corso democratico”. Poi mette sul tavolo della discussione un esempio lampante di offesa alla divisa . “Per me l’insulto più grave all’uniforme è quello che hanno ricevuto i due marò”.

“Ecco qual  è la più grave offesa alla divisa”

E spiega perché il “patto” a cui si è giunti su Latorre e Girone è ridicolo, quasi un’ammissione di colpa da parte dell’Italia: “L’Italia ha deciso di risarcire con più di un milione di euro le famiglie dei due pescatori indiani. È una notizia difficile da digerire ed è un’offesa al buonsenso. È come se Totò avesse venduto la Fontana di Trevi…”. La morale “indigeribile” è questa, per Capuozzo: “E assurdo che i primi a non credere alla loro innocenza siano stati proprio gli italiani. Perché il risarcimento di fatto significa questo: come dire: non avete fatto bene il vostro lavoro, avete scambiato due pescatori per due pirati armati. E dunque è giusto che l’Italia ora paghi il risarcimento.

Capuozzo: “Speranza ha la cultura del posto fisso”

Si va sul politico e Capuozzo fa nomi e cognomi sulle responsabilità di chi ha sottovalutato il disagio di intere categorie di lavoratori.  Premettendo che il disastro di adesso è figlio del governo Conte (“è stato peggio che mediocre”), la sua critica è devastante: “I 5 Stelle sono quelli del reddito di cittadinanza e sono composti per lo più da gente che non ha mai lavorato”. Ancora: “Il Pd ha sempre alimentato la cultura del sospetto nei confronti delle partite Iva. Zingaretti, una volta, ha parlato addirittura di ‘lavoretti’. Evidentemente per lui avere una pizzeria è un po’ come fare il parcheggiatore abusivo”. In cauda venenum c’è il – per ora- inamovibile ministro Speranza: “Secondo me, Speranza la gazzetta dei concorsi ce l’ha scritta sulla fronte. Appartiene in pieno a quella cultura del posto fisso. Non sa forse che esistono anche i commercianti, i ristoratori, i lavoratori autonomi…”.

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