Ristoratori in piazza al Circo Massimo: «L’Italia ci ha lasciati in mutande». Tensioni con la polizia
«Siamo solo ristoratori arrabbiati»
«Siamo un gruppo di ristoratori – dicono – non siamo un’associazione di categoria, non abbiamo un partito politico, siamo solo ristoratori arrabbiati che si sono uniti per cercare una soluzione, per cercare di farsi ascoltare. Lo Stato non ci sta ascoltando, ha solamente dato dei piccolissimi e inutili ristori a noi proprietari e una misera cassa integrazione ai nostri dipendenti che ormai non ce la fanno più. Si parla di poche centinaia di euro con cui le famiglie non possono andare avanti. Siamo in piazza oggi estenuati da mesi di chiusure, non possiamo più aspettare neanche più una settimana». Mentre un altro afferma: «È una manifestazione pacifica, non ci interessa tirare bombe carta o cose simili. Prendiamo le distanze da ciò che è avvenuto ieri».
Ristoratori ed esercenti in piazza
Gli esercenti hanno manifestato in piazza in 21 città italiane, da Firenze a Napoli e Genova, in contemporanea con l’assemblea straordinaria della Fipe-Confcommercio convocata in piazza San Silvestro, a Roma. «Siamo qui per chiedere di poterci rialzare – afferma Alessandro Cavo, giovane esercente, collegato da Genova all’Ansa –. Chiediamo una data per iniziare a risollevarci, troppi colleghi sono caduti, troppo i ristori promessi che non sono arrivati».