Radio University, il ricordo della tragica notte del rogo di Primavalle: la giustizia non fece giustizia

19 Apr 2021 17:18 - di Camilla Bianca Mattioli
Radio University

Dal rogo di Primavalle al ddl Zan, a Radio University una puntata ricca di contenuti. Si parte dal ricordo della drammatica vicenda dei fratelli Mattei. Quel giorno – il 16 aprile 1973 – è impossibile da dimenticare. Fu uno degli episodi più atroci degli anni di piombo. Mario Mattei aprì una sezione del Msi nella periferia di Roma. I giovani rampolli della borghesia romana appartenenti a Potere Operaio vollero fargliela pagare. Alle 3 di notte appiccarono il fuoco alla porta della famiglia, che venne avvolta dalle fiamme. Il padre e la madre si lanciarono dalla finestra. Ma restarono intrappolati due figli, Stefano di soli 8 e Virgilio di 22. Il fratello maggiore tentò disperatamente di mettere in salvo il piccolo, ma una fiamma li avvolse entrambi, bruciandoli vivi. Il tutto, sotto gli occhi della folla che si a era assiepata sotto casa. La giustizia non fece giustizia.

Radio University, il ddl sull’omofobia

Sempre nella puntata di Radio University, il ddl sull’omofobia. Il problema – a parere di Walter Jeder, Ignazio La Russa e Carolina Varchi – è di libertà. La deputata sottolinea come non ci sia un vuoto normativo da colmare. In Italia non ci sarebbe bisogno di una legge ad hoc per i diritti di gay e trans, in quanto la Costituzione e la stessa legge Mancino assicurano già tutto. La legge, secondo la Varchi, è un espediente per uccidere la cultura tradizionale attraverso un’iniziativa legale. «L’introduzione di uno psicoreato» comporterà l’ingresso di numerosi cittadini nelle aule di giustizia, che saranno sottoposti a processo penale. Si rischia che le parole possano essere travisate e considerate incitamento alla discriminazione.

È un’operazione strumentale

Se la legge venisse approvata, si incanalerebbe il vivere degli italiani nei binari di un’impostazione che è tipica di una sinistra minoritaria. La Russa evidenzia che non è presente nessun comportamento realmente lesivo che non sia già previsto nel nostro codice penale. Si tratta pertanto di un’operazione culturale: ciò che non è politicamente corretto, diventerà reato. «I miei nipoti la segnino, tra qualche anno sarà reato mangiare carne, perché prevarrà la cultura di dire che non si può mangiare in quanto bisogna essere vegetariani».

Le riaperture e il bluff del governo

A Radio University anche il tema delle riaperture. Marco Osnato, responsabile del Dipartimento Commercio di FdI, sottolinea che quasi la metà degli esercizi commerciali italiani non ha spazi all’esterno. Quindi non possono riaprire. «La chiusura dei locali è stata una scelta politica del governo Draghi», conferma Osnato. L’errore è stato nell’individuare le cause del contagio. Il problema non sono le aule scolastiche o i bar ma il trasporto pubblico. La soluzione è controllare che vengano rispettate le misure di contenimento. «Anche mia nonna», ha ironizzato La Russa, «era capace, di dire “lavatevi le mani, non state troppo vicino alle persone, che è maleducazione”, prima ancora del contagio». Oppure «se starnutisci, mettiti la mano davanti alla bocca». Alla politica spetta altro.

La mozione di sfiducia

È forse un caso che le riaperture siano state concesse solo in seguito alla mozione di sfiducia di FdI al ministro Speranza? Non secondo Ignazio La Russa: «La nostra iniziatica è stata come lanciare il sasso nello stagno». Poi una buona notizia: le partite del campionato europeo di calcio, potranno svolgersi in Italia, la partita inaugurale sarà allo Stadio Olimpico di Roma. Unico problema rimane il limite di mille persone. L’egualitarismo trasferito anche nelle norme sportive fa sorridere. Non ha senso che lo stadio dello Spezia possa ospitare lo stesso numero di persone di San Siro.

Radio University da Riccardo Ferri ad Alberoni

Per Riccardo Ferri, ex campione dell’Inter, è importante far tornare il pubblico allo stadio per dare una cornice al calcio e carica agli atleti. Lo stadio è emblematico per tutte le riaperture che riguardano il mondo dello sport e dello spettacolo, settore che sta pagando in maniera sproporzionata il prezzo della pandemia. Lo stesso Francesco Alberoni, sociologo, incalza: la politica di riaperture si poteva attuare da tempo, ma a maggior ragione ora con l’avvento dell’estate. «Stare all’aria aperta porta il rischio dei contagi quasi a zero».

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