Oscar, trionfo di Nomadland con 3 statuette. Delusione per l’Italia con la Pausini e “Pinocchio”

26 Apr 2021 9:45 - di Redazione

Tutto secondo previsioni. Agli Oscar 2021 ‘Nomadland’ vince come Miglior film, Miglior regia (Chloé Zhao) e Migliore attrice (Frances McDormand). Tre Oscar su sei nomination, con un tot di record per la regista Chloé Zhao. È la prima donna non bianca e la seconda donna – dopo la Kathryn Bigelow di ‘The Hurt Locker’ nel 2010 – a laurearsi Best Director.

Notte degli Oscar, il trionfo di Nomadland

Nomadland’ corona così il cursus honorum iniziato con il Leone d’oro alla 77esima Mostra del Cinema di Venezia nel 2020. Segna agli Academy Awards un triplete dopo il bis ai Golden Globes (film drammatico e regia). Frances McDormand incassa il suo terzo Oscar da protagonista. L’attrice e produttrice statunitense, lontano anni luce dallo star system,  ha alzato la sua terza ambitissima statuetta, con un ‘ululato’ di ringraziamento. Che verrà di sicuro ricordato negli annali della storia del cinema hollywoodia.

L’exploit della regista cinese Chloé Zhao

Tratto dal saggio di Jessica Bruder, ‘Nomadland’ è interpretato da attori professionisti, come la  protagonista McDormand e David Strathairn, e da non professionisti,  i nomadi Linda May, Swankie e Bob Wells. Ed è alla comunità nomade che la regista dedica le sue prime parole salita sul palco di Hollywood per la consegna della prestigiosa statuetta. Trentotto anni, natali a Pechino, studi londinesi, apprendistato tra Los Angeles e New York, ‘Nomadland’ è il suo terzo film. Negli Usa è uscito il 19 febbraio 2021 in contemporanea nelle sale e sul servizio streaming Hulu, da noi arriverà sul grande schermo a maggio e il 30 aprile su Disney+ Star.

Il rapporto difficile con Pechino

Con il suo trionfo agli Oscar, che arriva 11 anni dopo la statuetta a Kathryn Bigelow come miglior regista per ‘The Hurt Locker’, la Zhao è stata riconosciuta come una delle cineaste più di talento degli ultimi anni. La regista ha avuto un rapporto difficile con il suo paese d’origine. Soprattutto da quando è riemersa un’intervista del 2013 in cui ha detto che c’erano “bugie ovunque”. Un’affermazione che ha scatenato la reazione delle autorità cinesi sull’uscita di ‘Nomadland’ nel Paese. Oggi, dopo l’annuncio della sua vittoria, sulla piattaforma di microblogging cinese Weibo sono fioccate le lodi nei confronti della Zhao.

Grande delusione per l’Italia

Grande delusione per l’Italia. A secco ‘Pinocchio’ di Matteo Garrone con la partecipazione di Benigni e Laura Pausini. Unica consolazione le musiche del maestro Ludovico Einaudi che accompagnano ‘Nomadland’.

Sogno infranto per Laura Pausini

Laura Pausini è la grande delusa della Notte degli Oscar. Non è bastato l’entusiasmo di papà Fabrizio, che qualche giorno fa si era detto sicuro della vittoria. O la bacchetta ‘magica’ portata in tasca fin dai Grammy del 2006. E neanche il tifo sfegatato dell’esercito di fan pronti a festeggiare la notte del ‘sogno americano’. Il suo brano ‘Io sì/Seen’, colonna sonora del film ‘La vita davanti a sé’ di Edoardo Ponti con Sophia Loren, ha avuto la peggio davanti a ‘Fight For You’, della 24enne H.E.R. Incoronata come miglior canzone originale per il film ‘Judas and the Black Messiah’.

L’artista romagnola arrivava alla competizione da grande favorita, dopo la vittoria di qualche settimana fa ai Golden Globe. “Nel dubbio, non svegliatemi”, aveva scritto qualche ora prima del verdetto.  ‘Io sì/Seen’ resta comunque l’unico brano nella storia italiana ad aver ricevuto una nomination agli Oscar del cinema.

Niente oro per il Pinocchio di Garrone

Ma la Pausini non è l’unica italiana grande sconfitta della notte più lunga del cinema mondiale. Anche ‘Pinocchio’ di Matteo Garrone ha perso l’occasione  dell’ambita statuetta sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles. Candidato a due nomination tecniche, quella per il trucco e acconciatura (Dalia Colli e Mark Coulier) e quella per i costumi (Massimo Cantini Parrini), il film ha dovuto cedere entrambi i premi a ‘Ma Rainey’s Black Bottom’.

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