Napoleone, sulle tracce di Achille e Alessandro: il sogno di un nazionalismo europeo

19 Apr 2021 18:01 - di Antonio Sacca'
Napoleone

Napoleone Bonaparte nacque ad Ajaccio in Corsica  il 15 agosto del 1769. La Corsica era da poco tempo diventata francese, dunque Napoleone era italiano di origine; ma la sua formazione divenne radicalmente francese, nell’ arte militare, la carriera delle armi. Studiò in Francia a Brienne, con una particolare disposizione alla balistica, la capacità di usare l’artiglieria, è il tempo della Rivoluzione, la  borghesia è ormai forte e intende  fare delle leggi che le permettano di limitare i poteri del Sovrano ed eliminare i privilegi dell’aristocrazia che non pagava tasse, di abolire il maggiorasco, di fondare la proprietà privata con la cosidetta legittima, impedendo il diritto di eredità per il solo primogenito: questa modifica avrebbe potenziato la produzione, ciascun erede doveva coltivare intensamente la sua parte, i proprietari di porzioni ridotte che hanno tutto l’interesse a potenziare la loro proprietà mentre il latifondo era tralasciato.

Il sogno di Napoleone

La borghesia, inoltre,  accresceva le manifatture, esigeva l’abolizione delle dogane, delle corporazioni, la libertà dei lavoratori resi singoli, esigeva di ampliare i mercati…Vi furono nella Rivoluzione Francese  correnti che volevano stabilire la piccola proprietà e combattono la grande borghesia (Giacobini). Vi fu anche una ondata rivoluzionaria che voleva imporre un comunismo del tutto egualitarista, una povertà accomunata, senza disparità. Napoleone vive in queste tensioni e ne diviene protagonista, avversa il comunismo egualitarista, attraverserà il giacobinismo di un ceto medio  generalizzato (è amico del fratello del giacobino Massimiliano Robespierre) ma finisce con il favorire la borghesia, difenderla dall’aggressione dei paesi conservatori; a parte l’Inghilterra, ancora , sovente, dominati dall’aristocrazia e da monarchie assolute, anche se vi era stata una ventata illuminista europea.

Napoleone salva il nucleo borghese della Rivoluzione, la proprietà privata, l’abolizione del maggirasco, la centralizzazione dello stato. Meno rivoluzionario è il suo autoritarismo illiberale, e la volontà di stabilire una monarchia ereditaria: in fondo voleva sacralizzare lo Stato, renderlo del tutto indipendente dalla Chiesa, sacralizzarlo, ripeto, basandolo sulla figura imperiale e su di una aristocrazia militare di gente eroica. La Francia era monarchica da secoli, Napoleone la inseriva in una monarchia d’epoca borghese. Forse era indispensabile un condottiero per salvare la Rivoluzione, e Napoleone era nato condottiero, non temeva il pericolo: fulmineo nella  capacità di capire il punto debole dell’avversario, dinamicissimo rispetto ai modi di combattere statici di quel tempo(ma già Federico II di Prussia aveva progettato la guerra di movimento); usava magnificamente l’artiglieria, la cavalleria, la fanteria, legando l’esercito a sé premiando i coraggiosi,  brandendo la libertà. Saccheggiò dell’arte ogni paese vinto, potenziò gli onori degli intellettuali facendoseli lodatori, tentò il dominio dell’Europa e la sconfitta dell’Inghilterra e della Russia, e venne sconfitto proprio dell’Inghilterra e dalla Russia.

Ripudiò la consorte Giuseppina per coniugarsi con una Asburgo e creare l’Impero dinastico; ma la sposa , Maria Luigia ,non lo amò, ed il loro figlio morì, prigioniero in Austria, quando Napoleono fu sconfitto. E tuttavia un Bonaparte tornò sul trono di Francia, con il nome di Napoleone III, ma ebbe fine desolante. Come condottiero Napoleone non è inferiore ad Alessandro, sbaragliava i nemici. Di certo condusse la storia europea ad una nuova epoca, forse non del tutto volontariamente. Era di piccola statura, imperioso, collerico,  teatrale, voleva esibirsi e sapeva esibirsi, conciso, rapidissimo, pensava in grande e giudicava secondo il criterio della grandezza.

Rifondò l’epos moderno

E’ forse il personaggio più leggendario dell’epoca moderna nell’arte militare e nella politica e quale personaggio, appunto, di smodata potenza individuale. Un esemplare di individualità…napoleonica. Morì esiliato a Sant’Elena, nel delirio estremo conduceva le truppe. Se c’è un aldilà lo rivedremo accanto ad Achille ed Alessandro, perché lo scopo ultimo di Napoleone fu rifondare l’epica. Diceva Goethe, riferendosi a Byron, che il giudizio morale corrente vale poco nel valutare la grandezza. La quale ha un valore per sé. Nietzsche si figurava Napoleone come superuomo. Marx  lo odiava e spregiava. Il 5 Maggio ricorre il doppio centenario della sua morte immortale. Una ricorrenza molto dibattuta in Francia.

Il nazionalismo francese

La sua “fortuna” ossia le circostanze che favorirono il suo portentoso talento militare fu dovuto alla riscossa del nazionalismo francese animato dalla borghesia quando la borghesia era faustiana: aziende, industria, scoperte tecnologiche, opere grandiose, l’artigianato sostituito dalle fabbriche. La Francia gareggia con l’industriosissima Inghilterra e vuole evitare di essere risucchiata dall’assolutismo austriaco, russo, e dominata dagli inglesi. Quando Napoleone si dimostra condottiero superiore nella campagna d’Italia, il potere passa nelle sue mani. La Francia ha bisogno di un Cesare. Come detto, cercò di impedire all’Inghilterra il dominio economico sull’Europa; ed all’Austria, alla Russia, alla Prussia il dominio politico dell’Assolutismo aristocratico. Tentò di strappare le colonie all’Inghilterra con l’occupazione dell’Egitto sognando di raggiungere l’India; sognò di conquistare la Russia.. Restano sogni. Ma un’Europa di Nazioni moderne, non dipendenti non era un sogno era un progetto. Napoleone lo intendeva a guida Francese: un Impero delle Nazioni Europee, insomma l’Europa non dipendente da potenze esterne; e le nazioni insieme nazioni ed europee:  un nazionalismo europeo protagonista nel mondo.. Charles De Gaulle avrebbe tentato lo stesso fine

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