Mostra su Guareschi: tocca avvisare Peppone che il Pd di Conte e Draghi oggi starebbe con Don Camillo

21 Apr 2021 19:25 - di Giulia Melodia
mostra Peppone e Don Camillo

Bologna, una mostra omaggia Guareschi. Peccato che con le sinistre di oggi, Peppone sarebbe un pesce fuor d’acqua. Mentre il battagliero Don Camillo non sarebbe costretto a battagliare più di tanto. Ma tant’è, e non da ieri… Sono passati centovent’anni dalla nascita di Gino Cervi. 50 anni dalla morte di Fernandel. 70 dall’inizio delle riprese del primo film della serie. E allora, grazie alla matematica delle ricorrenze, la grandezza di Giovannino Guareschi. E l’intramontabilità dei mitici Peppone e Don Camillo, nati dalla sua penna, tornano di scena a Bologna.

Bologna, Peppone e Don Camillo nuovamente in mostra

Non a caso intitolata 120 meno 50 uguale 70. Gino Cervi meno Fernandel uguale Peppone e Don Camillo. E inaugurata a Bologna negli spazi dell’Assemblea legislativa dal vicepresidente Fabio Rainieri. L’esposizione – riferisce l’Ansa – curata da Egidio Bandini, coadiuvato da Gloria Evangelisti, è organizzata in collaborazione con il Gruppo amici di Giovannino Guareschi e i Comuni di Busseto, Brescello, Polesine-Zibello, Roccabianca e San Secondo Parmense e rimane allestita fino al 3 maggio».

I due eterni nemici oggi avrebbero meno motivi di conflitto

Dunque, il vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, nato nella regione rossa per antonomasia, in quel di San Secondo Parmense, ma di estrazione leghista, torna a puntare i riflettori sul mitico duello tra Peppone e Don Camillo, irresistibili ami-nemici che oggi, forse avrebbero molte cose in comune e molte meno occasioni di conflitto e scaramucce. Perché, come ebbe a dire già qualche anno fa un altro esponente leghista: il sindaco di Bondeno (Ferrara) Alan Fabbri, «visto il macello della sinistra, Peppone non potrebbe che votare Lega Nord». Come pure oggi, e proprio in occasione della nuova mostra dedicata al parroco irriverente e al sanguigno compagno Bottazzi, meccanico ed ex partigiano. Il sindaco operaio, comunista di stretta osservanza che regolava l’orologio del campanile di Brescello sull’ora di Mosca – anche se andava di nascosto in Chiesa a pregare – sarebbe un pesce fuor d’acqua in questo quadro governativo.

Ma col Pd e il governo Draghi oggi Peppone sarebbe un pesce fuor d’acqua

Una realtà, quella odierna, in cui la cifra fondante è l’ammucchiata. In cui fazioni opposte si siedono allo stesso tavolo e si allineano. E nel cui alveo il Pd si è accomodato a trattare e governare nel corso di più esecutivi con nemici di sempre, diventati alleati di ieri e di oggi, a seconda delle circostanze, in nome della poltrona. Di fronte a questa sinistra col Rolex. Più abituata a discettare nei salotti dell’intellighenzia radical chic a caviale e champagne, che a frequentare le mense e i dopolavoro degli operai, forse Peppone espatrierebbe. Del resto già all’epoca, nei film della fortunata serie nata dai libri di Guareschi, quando andò a Mosca per abbeverarsi alla fonte dell’ortodossia, Peppone rimase in fondo l’uomo più incline ad ascoltare la voce della coscienza, che quella dei diktat rossi. Oggi allora, non avrebbe esitazioni: questo Pd non avrebbe mai potuto essere casa sua…

Ma chi dice a Peppone che oggi il Pd starebbe più con Don Camillo?

La mostra allora, come spiega Rainieri e riporta l’Ansa sul suo sito, ha il pregio di rinverdire il successo di un’epopea letteraria e cinematografica capace di rilanciare i valori umani che libri e film sono riusciti a trasmettere. « Quelli di un mondo rurale regolato dalle leggi immutabili della vita di campagna dove ci possono essere forti contrapposizioni di pensiero e di fede che, però, si mettono da parte per far prevalere il bene comune, la solidarietà e l’amicizia». Non certo il “valore” dell’assembramento selvaggio di fazioni e proposte tra avversari ideologicamente lontani, ma uniti in nome del compromesso governativo di lotta e di governo.

 

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