M5S, nuovi scontri e nuovi strappi. È guerra sui militanti e Di Battista scalpita. Il retroscena

25 Apr 2021 10:00 - di Mia Fenice
M5S

La rottura tra il M5S e Casaleggio apre a diversi scenari. La situazione è abbastanza complicata per i 5S. Da una parte abbiamo la rifondazione del partito, con Giuseppe Conte leader. Dall’altro c’è la rinascita di un progetto che vuole rievocare lo spirito delle origini del gruppo. E qui l’attenzione è tutta puntata ad Alessandro Di Battista e a Davide Casaleggio. Gli strascichi dello strappo emergeranno con maggiore chiarezza nei prossimi giorni. Intanto si inasprisce la guerra, con strappi, stilettate, scontri.

M5S, il retroscena del Corriere

Intanto ci sono alcuni aspetti da analizzare. È guerra per i militanti dei 5S. Come si legge in un retroscena del Corriere della Sera, i parlamentari espulsi recentemente dal partito, da Barbara Lezzi a Nicola Morra, hanno contatti continui con l’associazione di Davide Casaleggio. Anche i fuoriusciti del gruppo “L’alternativa c’è” hanno aperto al dialogo. Nell’ombra, si legge sul quotidiano, «si lavora al progetto politico che – come annunciato – vuole essere “civico”, quindi dal basso, dai territori come era stato quindici anni fa con i primi meet up». Soprattutto con nuovi volti. In un giorno solo dall’annuncio della rottura, scrive il Corriere, oltre 2.500 militanti con potere di voto (ossia iscritti da almeno sei mesi) hanno lasciato il binomio Rousseau-M5S. Ma gli effetti a livello politico non sono ancora ben definiti.

L’ipotesi del partito di Casaleggio

All’orizzonte del Rousseau potrebbero esserci le ambizioni delle elezioni politiche. A rendere credibile questa ipotesi, scrive il Corriere, «è anche l’incognita legata alla presenza di Alessandro Di Battista, che diverse indiscrezioni danno già in rampa di lancio per guidare la nuova formazione con l’imprenditore». «A forza di leggerlo sui giornali mi convincerò che sia vero – ha detto Casaleggio a La Verità – Io voglio fare innovazione più che politica». Di Battista, invece, ha ribadito: «A settembre deciderò cosa fare». Quindi prende tempo. Si legge ancora sul Corriere, la politica? «Gli mancano le battaglie e la possibilità di incidere di più nel dibattito pubblico», dice chi ha avuto modo di sentirlo, ma nulla è deciso.

 

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