La Francia rilascia in libertà vigilata tutti gli ex-terroristi rossi arrestati

29 Apr 2021 20:33 - di Paolo Lami

La Francia rilascia in libertà vigilata tutti gli ex-terroristi rossi fermati nel paese transalpino ricercati dalla giustizia italiana.

Gli ex-terroristi devono comunque rispettare  vari obblighi, previsti dalla magistratura francese, che vanno dall’obbligo di firma fino alla presentazione alle forze dell’ordine due volte a settimana.

Mercoledì prossimo ci sarà una nuova udienza formale per gli ex terroristi italiani.

Era stato Jean-Louis Chalanset, legale francese dell’ex-militante delle Brigate Rosse, Enzo Calvitti il primo ad annunciare, parlando con l’Adnkronos, che il suo assistito era “stato rimesso in libertà sotto controllo giudiziario“.

Calvitti è stato rilasciato e sarà sottoposto a un controllo giudiziario due volte la settimana“, aveva spiegato il legale dell’ex-militante delle Brigate Rosse che oggi ha 66 anni. E che deve scontare 18 anni, 7 mesi e 25 giorni di reclusione, oltre alla misura di sicurezza della libertà vigilata per 4 anni, per i reati di associazione sovversiva, banda armata, associazione con finalità di terrorismo, ricettazione di armi.

La sentenza è divenuta esecutiva a settembre del 1992, il mandato di cattura europeo nei suoi confronti scadeva il 21 dicembre del 2021.

“La procedura giudiziaria sarà molto lunga e probabilmente durerà alcuni mesi“, spiega l’avvocato. Che si dice “sorpreso” dopo gli arresti di ieri.

Non sono sorpreso dall’Italia che richiede ogni anno queste estradizioni ma dalla Francia. Penso che sia legato più a una questione di politica interna francese questa vicenda, più che per far piacere al governo italiano. Ma è quello che penserei io”.

Questa vicenda “non è solo una questione giuridica ma anche politica. A livello giuridico Calvitti è stato giudicato in contumacia. E, quindi, secondo la legge francese dovrebbe essere riprocessato“.

L’ex-militante delle Brigate Rosse, osserva, “vive da 32 anni in Francia libero e non ci sono stati mai incidenti. Il suo permesso di soggiorno è stato sempre regolarmente rinnovato“.

“La dottrina Mitterrand è stata tradita. C’è chi dice che escludeva i fatti di sangue ma finora le domande di estradizioni dell’Italia sono sempre state respinte. Quindi si vede che la dottrina Mitterrand lo prevedeva”, aggiunge Jean-Louis Chalanset.

Un altro degli ex-terroristi rossi arrestati e ora scarcerati in libertà vigilata, Raffaele “Ventura rifiuta la domanda di estradizione e vuole rimanere in Francia dove vive da quarant’anni“, svela all’Adnkronos è Jean-Pierre Mignard, l’avvocato francese dell’ex-militante di Autonomia Operaia. Che si è costituito “spontaneamente” questa mattina. E che successivamente “è stato rimesso in libertà vigilata“.

Il percorso giudiziario, che potrebbe portarlo nelle carceri italiane, aggiunge l’avvocato di Ventura, “inizia ora e sarà molto lungo“.

“Sono rimasto molto sorpreso – sottolinea l’avvocato Mignard – dagli arresti di ieri. Ventura è dal 1982 che vive in Francia. La sua situazione è stata regolarizzata ed è stata verificata a suo tempo dagli uffici del primo ministro di allora, dai servizi di sicurezza francesi. La decisione della Francia era in linea con le promesse fatte da François Mitterrand quando era candidato alla presidenza della Repubblica. Era uno degli 83 casi che erano stati esaminati e per uscire dalla clandestinità doveva sottoporsi a un controllo regolare delle forze dell’ordine, doveva rinunciare ad attività criminali in Francia e in Italia. Tutto questo è stato rispettato“, assicura il legale di Ventura. Che “ha ora la nazionalità francese. Ha vissuto in Francia per 40 anni senza incidenti”.

L’avvocato Mignard ricorda che le domande di estradizione del governo gialloverde quando Matteo Salvini era ministro dell’Interno “erano state eluse dalla Francia. Oggi mi sembra che la Francia conceda più considerazione al Governo guidato da Mario Draghi. Mi sembra che sia questa la differenza principale”.

L’avvocato di Ventura spiega che il suo assistito “ieri non si trovava al suo domicilio perché aveva scelto di stare in un altro appartamento nella regione parigina, più vicino alla campagna, per passare questo periodo di pandemia“.

Settantadue anni, Ventura è stato condannato a 24 anni e 4 mesi per l’omicidio del vice brigadiere Antonio Custra il 14 maggio 1977 a Milano durante una manifestazione della sinistra extraparlamentare.

E anche un’altro degli ex-terroristi oggetto dei mandati di cattura spiccati dalla Francia su richiesta dell’Italia, Luigi Bergamini, non si trovava in casa quando gli agenti francesi sono andati a cercarlo. Ma si è poi costituito ed è stato quindi sbch’egki rilasciato in libertà vigilata.

Promette battaglia su tutti i fronti Irene Terrel, l’avvocato francese di sei dei dieci ex militanti fermati in Francia: l’ex militante di Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, l’ex militante delle Brigate Rosse, Roberta Cappelli, l’ex brigatista Marina Petrella, l’ex membro dell’organizzazione dei Nuclei armati, Narciso Manenti, dell’ex militante dei Proletari armati Luca Bergamin e l’ex Br, Giovanni Alimonti.

La richiesta di estradizione nei confronti degli ex terroristi italiani e gli arresti di ieri effettuati in Francia “sono assolutamente irricevibili sia dal punto di vista giuridico che politico. – assicura la Terrel. – Non solo questa procedura avviata viola alcuni articoli della dichiarazione dei Diritti Umani ma è in violazione del diritto di asilo conferito dalla Francia intera e non da Mitterrand. L’allora presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy aveva respinto la richiesta di estradizione di Marina Petrella e non si può dire che Sarkozy abbia qualcosa da spartire con l’ex presidente socialista“.

Il diritto d’asilo, sottolinea l’avvocato Terrel, “è stato riconfermato da tutti i governi francesi negli ultimi 40 anni. Sono molto scioccata e questa vicenda non ha niente a che vedere con la giustizia. In 40 anni di vita si tessono dei legami, si costruiscono delle famiglie, si crea una vita lavorativa: non sono oggetti che si possono spostare a piacimento e poi buttarli via. Per me si tratta di abusi e di un tradimento dello Stato. Non ha niente a che vedere con la giustizia né con le vittime” di questi anni di piombo.

Dimentica la Terrel che se gli ex tertoristi si sono costruiti una vita, affetti, lavoro, le loro vittime e le famiglie delle vittime non hanno potuto costruirsela perché gli è stata strappata per sempre sa questi  assassini.

Quanto ai tempi dell’eventuale rientro in Italia degli ex terroristi non sono certi – “non parliamo di giorni” spiega il procuratore generale di Milano Francesca Nanni – ma i termini della prescrizione risultano interrotti per chi ha pene inferiori all’ergastolo e dunque non c’è nessuna ripercussione sulle pene che dovranno espiare.  Vale sicuramente per Luigi Bergamin, che si è costituito oggi, destinatario della richiesta del pm di Milano Adriana Blasco, che ha ottenuto il sì della Sorveglianza, che ha dichiarato l’ex terrorista rosso “delinquente abituale“.

Tra gli effetti che comporta c’è “l’esclusione della prescrizione della pena“.

All‘Italia una volta arrivati gli arrestati non spetta altro che il trasferimento dietro le sbarre, salvo richieste delle difese sulla pena che verrebbero discusse davanti al magistrato di Sorveglianza.

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