Governo, la “profezia” di Mieli: «Così Salvini farà di Berlusconi un santino della sinistra»

26 Apr 2021 9:30 - di Michele Pezza
Berlusconi

«Berlusconi punto fortissimo di riferimento di tutte le forze progressiste». Una provocazione – la chiusa dell’editoriale di Paolo Mieli sul Corriere della Sera di oggi -, ma non certo una boutade. Un po’ perché la sinistra è specialista in capriole e un altro po’ perché il «Parigi val bene una messa» in politica funziona sempre. Soprattutto se alle viste c’è l’elezione del nuovo capo dello Stato. Ma per capire bene quel che Mieli scrive bisogna riavvolgere il nastro del suo editoriale e partire dall’inizio: «Ursula von der Leyen è di nuovo tra noi». Dove è chiaro che il nome della presidente della Commissione Ue c’entra solo per richiamare alla mente la famosa “maggioranza Ursula” con cui due anni fa Pd, M5S e FI la elessero al vertice del “governo” dell’Unione.

«Letta punta alla “maggioranza Ursula”»

A sperimentare la rinnovata formula (Letta, Conte, Berlusconi) anche a Roma – scrive Mieli – avrebbe interesse proprio il leader del Pd, che si avverrebbe per l’occasione dell’involontaria complicità di Matteo Salvini, in teoria, la vittima designata di quella stessa formula. Lo fu già nel 2019 quando la prese a pretesto per rompere il Conte1, dove stava come topo nel formaggio , e tornare all’opposizione. Potrebbe bissare oggi. In tal senso, l’astensione della Lega sul decreto “coprifuoco” è un indizio. Ma Letta, insinua Mieli, potrebbe avere interesse a che ce ne fosse un secondo e persino un terzo. Così da costringere Salvini a trasformare il contrasto con il Pd in aperta ostilità a Draghi mettendosi, di fatto, fuori dal perimetro della maggioranza.

Berlusconi non lascerà Draghi

Uno scenario da favola per il leader dem, che in un colpo solo si libererebbe dell’ingombrante “alleato” per ritrovarsi in compagnia, a destra, del solo Berlusconi, che mai lascerebbe Draghi. E Salvini? L’analisi di Mieli è impietosa: «Andrebbe ad aggiungersi, all’opposizione, a una formazione che c’è già ed è in costante crescita, quella di Giorgia Meloni». Nel frattempo, Forza Italia si sentirebbe svincolata dal centrodestra sull’elezione del successore di Mattarella al QuirinaleEt voilà – a quel punto – ecco Ursula, intesa come formula, «di nuovo tra noi». Ed ecco il Cavaliere nell’inedita veste di «fortissimo di riferimento di tutte le forze progressiste». E così davvero tutto torna.

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