Estradate l’ex terrorista Luigi Bergamin, condannato per l’omicidio di un militante del Msi

8 Apr 2021 10:24 - di Riccardo Angelini

C’è tempo fino alle 24 di oggi per evitare che la prescrizione si abbatta sull’estradizione dalla Francia dell’ex terrorista rosso Luigi Bergamin. Il caso, ricordato in Francia da Le Figaro,  viene sollevato dal quotidiano La Verità che scrive: “Oltre questa scadenza, sarà troppo tardi per ottenere giustizia. L’ex membro dei Proletari armati per il comunismo, potrà continuare a vivere indisturbato in Francia, perché l’esecuzione della pena sarà estinta”.

L’omicidio di Lino Sabbadin

Bergamin, compagno di lotta nei Pac di Cesare Battisti, ha subito una condanna in via definitiva a 17 anni e 11 mesi per l’omicidio del macellaio mestrino Lino Sabbadin. Venne anche arrestato in Francia, verso la fine degli anni ’80, ma di lì a poco liberato e non estradato in base alla “dottrina Mitterrand”. L’omicidio di Sabbadin fu rivendicato dai Pac come rappresaglia a sostegno della criminalità organizzata che si “riappropriava del reddito”.

Nel commando che uccise Sabbadin c’era anche Cesare Battisti

Ma in realtà la vittima era un militante del Msi, quindi un “fascista” da eliminare. Prima dell’attentato nei suoi confronti, Lino Sabbadin nel corso di una rapina ai suoi danni aveva sparato a un rapinatore, uccidendolo. Il 16 febbraio 1979 si trovava nella macelleria di sua proprietà, a Caltana, frazione di Santa Maria di Sala, nella provincia di Venezia, quando il commando dei Pac lo uccise per punirlo per aver reagito alla precedente rapina. Del commando faceva parte anche Cesare Battisti. 

Marta Cartabia si ricorderà dell’estradizione?

Oggi il Guardasigilli Marta Cartabia e il suo omologo francese Eric Dupont-Moretti avranno un incontro da remoto e forse la conversazione verterà anche sui latitanti degli anni di piombo residenti in Francia.

Il caso sollevato dal quotidiano la Verità

“La giornata odierna – scrive ancora La Verità – ha un significato particolare visto che, tra poche ore, la condanna contro Bergamin potrebbe svanire come una bolla di sapone. Eppure – secondo quanto appreso dalla nostra testata – ai tempi in cui in Via Arenula c’era Alfonso Bonafede, il ministero italiano aveva nominato un legale francese per rappresentare l’Italia nel dossier delle estradizioni. Secondo quanto risulta alla Verità, si tratterebbe dell’avvocato specializzato in diritto penale internazionale William Julié. Sarebbe stato questo legale a riattivare le domande di estradizione dopo l’accelerazione registrata, all’inizio del 2019, in seguito all’arresto di Cesare Battisti. Dopo questa fase – al di qua e al di là delle Alpi – sembra essere venuto meno l’interesse politico ad assicurare alla giustizia gli ex terroristi”.

Se scadono i termini cosa potrà fare l’Italia?

“A questo punto – prosegue il quotidiano – quali ricorsi potrebbe intentare l’Italia? È possibile fare solo delle ipotesi. Servirebbero procedure per le quali è necessario del tempo, che proprio non c’è. Ammettendo anche un’accelerazione della procedura, fino alla mezzanotte di oggi il ministero della Giustizia francese potrebbe attivarsi, sempre su sollecitazione del suo equivalente di Roma. In alternativa, il ministero italiano potrebbe «costringere» il proprio equivalente transalpino a disporre l’estradizione”.

Il dossier dell’ex Pac Di Marzio

E “tra poco più di un mese – conclude l’articolo – il 10 maggio, per il dossier dell’ex Pac Maurizio Di Marzio potremmo assistere ad una situazione simile a quella di Bergamin. Giusto il giorno prima, il 9 maggio, si celebrerà la Giornata della memoria per le vittime del terrorismo. In quella data, nel 1978, venne ucciso Aldo Moro. Forse quest’anno l’anniversario verrà ricordato con un impunito in più”. Di Marzio è un ex brigatista che partecipò al tentativo di sequestro del poliziotto Nicola Simone.

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