Draghi come Monti. Nel Recovery plan si nasconde la patrimoniale sulla casa per fare cassa

27 Apr 2021 8:58 - di Eugenio Battisti

Tra le pieghe del Recovey Plan che l’Italia si appresta a spedire alla Ue si nasconde una patrimoniale nuova di zecca sulla casa. Le acrobazione di Mario Draghi nell’illustrazione alle Camere del Pnrr non eliminano il sospetto. Il premier ha parlato di riduzione delle aliquote. A cominciare da quelle più basse per finire a quelle più alte. Un’ottima notizia sul modello danese. Ma non si ferma qui.

Draghi prepara una patrimoniale mascherata

«L’aliquota marginale massima è stata ridotta, mentre la soglia di esenzione è stata alzata», ha detto super Mario. Parole che suonano come un impegno solenne a cambiare passo rispetto ai governi precedenti. Che hanno fatto cassa sui risparmi dei proprietari di casa. Ma in alcune parole chiave del programma di investimenti che l’Italia deve presentare all’Europa si annida la fregatura.

La riforma del fisco e le fregature

“Il conclamato impegno di riformare il fisco, alleggerendo la pressione sui contributi, sembra sfumare nella nebbia, spazio al rischio dell’ennesima stangata”, osserva Maurizio Belpietro su la Verità. Con un articolo illuminante. C’è un passaggio del documento che “comincia bene, ma finisce male”, scrive. «È necessario spostare la pressione fiscale dal lavoro, in particolare le agevolazioni fiscali e riformando i valori catastali non aggiornati».

La trappola della rivalutazione dei valori catastali

Ed è proprio dietro la riforma catastale, della quale si parla da decenni, che si nasconde la nuova stangata. La “rivalutazione dei valori catastali”, scrive Belpietro, “significa una sola cosa, ovvero una patrimoniale sulla casa”. Ben nascosta dietro l’annuncio di innalzare le aliquote di esenzione. “I proprietari di immobili sono dai tempi di Mario Monti la mucca da mungere. Perché, a differenza dei capitali, i mattoni non li puoi trasferire all’estero“.

Super Mario come Monti sul patrimonio immobiliare

Insomma anche Draghi non resiste alla tentazione di mettere le mani sul patrimonio immobiliare degli italiani. Che a costo di enormi sacrifici hanno investito i propri risparmi in una seconda casa. Quella rischia di essere la più tartassata. Come se avere l’appartamento al mare o in montagna sia un bene di lusso.

Per farlo non serve dirlo esplicitamente. Il governo Draghi può lavorare di fino per ottenere lo stesso risultato. Basta ritoccare gli estimi catastali facendo crescere i valori dell’immobile. Facendolo risultare più prezioso e dunque più fruttuoso per il fisco.

Evasione fiscale, sarà la volta buona?

Anche la sbandierata promessa di combattere l’evasione fiscale potrebbe celare una ‘truffa’. A scapito dei cittadini onesti che pagano le tasse. Spesso vessati dalla implacabile burocrazia pubblica. “Anche in questo caso”, scrive Belpietro, “non c’è esecutivo che non prometta di dare la caccia ai furbi. Ma poi, quando si tirano le somme, si scopre che i furbi restano impuniti. E essere spremuti sono i contribuenti onesti. Ai quali contestare  innocenti evasioni. Come gli errori o i ritardi negli adempimenti. E non l’elusione o la mancata dichiarazione dei redditi”. Sarà la volta buona per stanare i grandi evasori? Al ministero delle Finanze promettono di fare sul serio. “Non vorremmo che alla fine anche chi non ha evaso sia trattato come se lo avesse fatto”, conclude Belpietro. “E quindi strizzato a dovere, come è sempre accaduto. Perché passare dal modello danese a quello romano è un attimo. E nell’attimo è compresa spesso la fregatura”.

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