Variante inglese, l’allarme Cts: «Terapie intensive oltre il 30%. Presto in sofferenza anche il Lazio»
Fermare, bloccare, chiudere. Gli scienziati non lasciano alternative nel contrasto al Covid. «La variante inglese sta mettendo pressione sugli ospedali e sulle terapie intensive», avverte Massimo Antonelli, componente del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid-19. Il suo è l’ultimo allarme in ordine di tempo lanciato sulla tenuta delle nostre strutture sanitarie. Del tutto ovvio, quindi, che anche lui raccomandi la massima prudenza. «Occorre mitigare e ridurre la mobilità – consiglia -, intervenire sui contagi interpersonali e mettere in atto le applicazioni declinate nei vari Dpcm». Antonelli, che ha parlato dagli studi di Timeline su SkyTg24, è anche direttore dell’Unità di anestesia e rianimazione del Policlinico Gemelli di Roma.
Così il professor Antonelli a SkyTg24
La variante inglese, dunque si rivela ogni giorno di più il vero incubo di questa già inafferrabile pandemia. «In Umbria, nella provincia di Trento, in Molise, nelle Marche e in Lombardia – ricorda -, l’occupazione dei posti letto in rianimazione ha già superato la soglia critica del 30 per cento». va puntualizzato che il trattamento di un paziente in rianimazione assorbe personale medico e paramedico dagli altri reparti. E questo spiega perché una percentuale apparentemente lontana dalla saturazione sia già segnalata come «critica». Ed è proprio a quella soglia che guardano anche altre regioni.
Al “Gemelli” ricoveri in aumento per la variante inglese
Anche il Lazio, che non l’ha ancora raggiunta, sebbene Antonelli non sia ottimista sul futuro. «Al 30 per cento – ricorda – ci stiamo molto avvicinando». Lo dice da un osservatorio privilegiato come il Gemelli, una struttura difficile da mettere in crisi. Eppure l’affanno comincia a sentirsi anche lì. «Come Gemelli – prosegue infatti Antonelli – stiamo dando un supporto alle varie province della nostra regione». Significa che li arrivano pazienti da tutta Italia, o almeno, dalle regioni più vicine. Infatti i numeri dei ricoveri sono in crescita. «In questo momento ho 88 pazienti in terapia intensiva, di cui 60 covid», precisa Antonelli. Tra questi, pochissimi sono gli ultra 80enni. La gran parte è sotto i 70 anni. Non mancano – conclude Antonelli – «quelli tra i 40 e i 50 anni». A conferma che la variante inglese non è uno scherzo.