Vaccino, soldi e compagni di viaggio: tutti gli interrogativi dietro il viaggio saudita di Renzi
Ormai lo hanno ribattezzato “Matteo d’Arabia”. I viaggi di Matteo Renzi all’estero, prima a Riyad, poi a Dubai e nel fine settimana in Bahrein sono diventati una questione politica. In Parlamento sono state presentate sei interrogazioni parlamentari sull’intensa attività oltre confine dell’ex premier.
Viaggi che, al tempo della pandemia, non passano inosservati. Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, ieri su Radio 1, gli ha mandato a dire che non può tornare già oggi a Palazzo Madama. «Perché in Senato abbiamo regole precise». Il Fatto quotidiano e il M5S sospettano che Renzi abbia già fatto il vaccino.
«I viaggi sono legittimi, Renzi poteva già vaccinarsi e non l’ha fatto»
«I viaggi sono legittimi, la mia dichiarazione dei redditi è pubblica, i miei numerosi incarichi internazionali sono tutti rispettosi delle regole del nostro Paese». Dall’ufficio stampa del suo partito smentiscono che, per partecipare al Gran Premio, fosse necessario essere vaccinati con doppia dose. Oppure guariti dal Covid e quindi immunizzati, come pure c’era scritto sul sito ufficiale dell’evento. Ma valeva solo per gli spettatori ordinari. «Gli invitati degli organizzatori, come pure tutti gli addetti ai lavori presenti nella struttura, dovevano presentare semplicemente il tampone negativo», spiega una nota di Italia Viva, allegando anche il referto del test fatto da Renzi in Bahrein.
D’altra parte, l’ex premier avrebbe la possibilità di farlo. In qualità di docente a contratto con il distaccamento italiano dell’Università di Stanford, ne avrebbe avuto facoltà, dicono dallo staff renziano. La sede fiorentina dell’ateneo californiano l’ha chiamato qualche settimana fa per chiedergli se volesse accedere al vaccino. Come professore a contratto poteva farlo. Tuttavia lui avrebbe rifiutato.
Su La Verità, si punta l’attenzione sui compagni di viaggio dell’ex premier
Su La Verità, invece, l’attenzione è puntata su alcuno compagni di viaggio del senatore di Rignano. «Insieme a Renzi c’era anche Paolo Campinoti, cinquantatreenne imprenditore senese, ex presidente della Confindustria Toscana sud e, si diceva un anno fa, candidato nel Cda di Monte dei Paschi. Il quotidiano cita una sua «vicenda giudiziaria in un altro Paese (Svizzera) con riferimento al fallimento di una società del gruppo familiare». A insospettire i segugi dell’antiriciclaggio è stato un prestito infruttifero del valore di 350.000 euro da parte di Mario Campinoti, fondatore del gruppo Pramac, a favore del figlio Paolo. «Seppure l’importo trasferito sia inferiore al limite della franchigia prevista per le donazione tra padre e figli, non sappiamo se tale limite sia stato già superato attraverso operazioni analoghe effettuate al di fuori di Ubs Italia». Di sicuro, i viaggi di Matteo d’Arabia, sono sempre ricchi di imprevisti.