Travaglio nero per le dimissioni di “Zingarella”: “Colpa di Mattarella e Draghi. E la Meloni festeggia”
“Come volevasi dimostrare, da quando è nato il governo Draghi il centrodestra non è mai stato così bene e i giallorosa così male…”. La riflessione che apre l’editoriale di Marco Travaglio sul “Fatto Quotidiano“, questa mattina, è amara come non mai. Forse ancor più amara di quando il giornalista si disperava per il “golpe” renziano che aveva fatto fuori il suo pupillo, Giuseppe Conte. Le dimissioni di Nicola Zingaretti, che lui ribattezza “Zingarella”, hanno squassato il Pd ma a giudizio di Travaglio non aiuteranno certamente l’alleanza con il Movimento Cinque Stelle, alle prese con la sciagurata decisione di sostenere il governo Draghi. “Non occorrevano le dimissioni di Zingaretti per capirlo. È un effetto collaterale dell’ammucchiata, in cui Draghi, per sua fortuna estraneo ai giochi politici, c’entra poco. C’entra molto di più chi l’ha concepita e imposta col ricatto del 2 febbraio al Parlamento o mangiate questa minestra o saltate da quella finestra: Mattarella & his friends….”.
Travaglio orfano di Conte e di Zingaretti
Travaglio, come anche Scanzi (video), è costretto a prendere atto della vittoria, su tutti i fronti della sinistra, di Matteo Renzi, ma se la prende soprattutto con i suoi amici grillini, titolando sul suo giornale “I giallo-rotti”, colpevoli di aver deciso di sostenere, senza alcuna garanzia, un progetto di governo tecnico-politico senza Conte e con Berlusconi e Salvini a bordo: “Il silenzio di Draghi regala praterie a Salvini, che come sempre blatera (così molti credono che faccia tutto lui, come nel Conte-1, senza neppure il fastidio della sinistra che gli dà del fascista o gli ricorda i flop della sua Lombardia). FI si ricompatta col sacro mastice del potere e pare addirittura un organismo vivente (c’è persino la Gelmini in vetrina). E la Meloni incassa consensi da esclusivista dell’opposizione, pronta a riunirsi con Matteo e Silvio in tempo per le urne. Chi sta meglio di loro? Il prezzo lo pagano tutto i 5Stelle, il Pd e LeU, che non toccano palla in un governo fatto apposta per il centrodestra. Con la differenza che il M5S ha almeno la carta Conte da giocare. Il Pd nemmeno quella…”, sintetizza, amaramente, il direttore del “Fatto Quotidiano”.