Toghe, parla Berlusconi: «Io, vittima del sistema-Palamara. Il tempo per fermare i veleni è ora»

27 Mar 2021 11:03 - di Redazione
Berlusconi

Silvio Berlusconi rompe il silenzio sul “caso Palamara“. Lo fa con una corposa intervista al Giornale diretto da Alessandro Sallusti, il giornalista coautore con l’ex-pm radiato dalla magistratura del libro Il Sistema. Dove per tale si intende l’intreccio giudiziar-politico-mediatico che  a partire dalla famosa “discesa in campo” avvelena la vicenda pubblica nazionale. Da allora, infatti, per molte Procure, Berlusconi è una sorta di nemico pubblico numero uno, il leader da abbattere a tutti i costi. Non è un caso che in poco meno di un quarto di secolo non gli sia stato risparmiato nulla. Il fondatore del centrodestra è stato accusato di tutto: dalla corruzione al falso in bilancio, dal bunga-bunga alle stragi di mafia. Una sequela impressionante di processi, di udienze e di polemiche.

Berlusconi intervistato da Sallusti

Il tutto per una sola condanna definitiva (per frode fiscale) sulla quale gravano per altro sospetti pesanti quanto macigni. Ad alimentarli, non un passante o un esponente forzista, ma il giudice Franco, estensore della sentenza in Cassazione. Fu lui, in un audio registrato, a parlare di «plotone d’esecuzione» contro Berlusconi. Ma ciò non ha impedito l’esecuzione della sentenza con un quattro volte premier affidato ai servizi sociali alla stregua di un delinquente abituale. Accanto a questa, la sanzione istituzionale: l’espulsione dal Senato. Più il Cavaliere agitava il sospetto della persecuzione, più finiva nel mirino dei pm d’assalto. Oggi uno di loro, Palamara appunto, certifica che quella di Berlusconi non era un’ossessione bensì la verità. Il Sistema esiste.

«Fini e le toghe? Credo nella buona fede»

Il suo obiettivo era eliminarlo dalla scena politica. «Ha danneggiato gli elettori di tutti i partiti perché ha alterato la rappresentanza democratica», sottolinea l’ex-premier. Che nella nuova situazione politica intravede la possibilità per riformare la giustizia. «È l’occasione giusta», dice rivolto alla maggioranza. C’è spazio anche per Gianfranco Fini. «Arruolò anche lui Palamara nel partito delle toghe?», chiede Sallusti. «Io sono una persona leale – premette Berlusconi -, e per natura credo nella buona fede e nella lealtà delle persone (…). Forse è un approccio ingenuo, non da politico esperto, ma non intendo cambiarlo. Fini si considerava un professionista della politica – a differenza di me – e purtroppo ha dimostrato di esserlo. Su di lui non voglio aggiungere altro, è già stato giudicato dagli elettori e dalla storia».

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