Scuola, la nuova ipotesi: corsi individuali di recupero fino al 30 giugno per chi ha brutti voti

4 Mar 2021 12:14 - di Liliana Giobbi
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Ancora incertezza sulla scuola. C’è chi scommette che si va sulla chiusura totale e chi mette in campo soluzioni alternative. Ad esempio, corsi fino al 30 giugno per chi non ha buoni voti. È un’idea che potrebbe essere recepita da Palazzo Chigi. Non lo dice a chiare lettere, il ministro Patrizio Bianchi. Ma nelle sue parole si ventila l’ipotesi. «Bisogna fare dei percorsi di sostegno dei singoli. Non con tutti seduti al banco fino al 30 giugno ma con percorsi individuali». Poi aggiunge: «Gli insegnanti sono presenti fino al 30 giugno per tutte le attività della scuola», specifica a a Radio Anch’io su Radio Rai 1. «Si tratta di portare avanti questo lavoro. Siamo solo a marzo, c’è tutto il tempo di verificare la perdita degli apprendimenti. I docenti stanno già facendo questo lavoro«. Nei primi giorni di partenza delle prove Invalsi «sono già state fatte 17mila le valutazioni»..

Scuola, Sileri: «È chiaro che si deve chiudere»

«Sono tra quelli che ha sempre pensato la scuola come luogo sicuro. Purtroppo ora questa variante colpisce soggetti più giovani». Ad affermarlo è il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri intervenendo a L’Italia s’è desta su Radio Cusano Campus. «Laddove la circolazione del virus è particolarmente severa e vede impegnate le varianti, è chiaro che bisogna chiudere. E non solamente le scuole».

Faraone (Iv): conseguenze negative

Arriva la risposta (indiretta) di Davide Faraone. «Dobbiamo fare valutazioni solo sulla base degli indici Rt senza mai considerare la scuola come la serie b. Quando si chiude una scuola si ha una reazione enorme su società e sul futuro del Paese». L’esponente renziano replica ancora. «L’apprendimento che si interrompe,  la continuità come fattore psicologico sugli studenti, il carico sulle famiglie per cui abbiamo previsto ulteriori congedi parentali. Semplicemente bisogna fare valutazioni oggettive sulla base di evidenze scientifiche. C’è da insistere per tenere le scuole aperte. E far funzionare tutto ciò che gli ruota attorno e soprattutto i trasporti. Il tema del virus e delle sue varianti, come quella britannica che pare attaccare di più i ragazzi, va gestito. La dad deve essere uno strumento disponibile ma non un obbligo».

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