Rai, la grande abbuffata: il Pd batte cassa, la Lega vuole il cambio, il M5S si incolla alle poltrone
Nuovo governo, nuova Rai: più che una legge, una consuetudine inviolabile della politica italiana cui non sembra sfuggire neppure l’esecutivo Draghi. Al momento si registrano solo illazioni, ma un indizio corposo c’è. Proprio ieri, infatti, l’Ufficio di presidenza della Vigilanza Rai ha sollecitato i vertici di Camera e Senato ad avviare l’iter per l’elezione del nuovo CdA. Una procedura che riguarda la quota di amministratori di nomina parlamentare. E che, ha tenuto a sottolineare il Pd, andava adottata sin dal primo marzo. Una data non casuale, visto che avrebbe preceduto di 60 giorni esatti il varo del bilancio da parte dell’attuale CdA. In realtà, a muovere la Vigilanza – dove il Pd è in singolare asse con la Lega – è stato l’attivismo dell’ad Salini e del presidente Foa.
I grillini, per ora, stanno a guardare
Da quando a Palazzo Chigi si è insediato Draghi stanno cercando di accreditarsi presso il nuovo governo per la riconferma. I due interloquiscono con il sottosegretario Garofoli e con un paio di ministri tecnici. Il loro attivismo, tuttavia, non è passato inosservato e la politica è passata al contrattacco. Soprattutto l’inedito asse Pd-Lega che non fa mistero di voler archiviare la stagione dell’egemonia Conte-Casalino in Rai. È il motivo per cui i 5Stelle guardano alla partita con una preoccupazione travestita da disinteresse. I grillini non si stanno mettendo di traverso nella speranza che la pandemia da una lato e la neutralità del governo lascino le cose come stanno. A loro andrebbe di lusso.
I dem: «Fallimentare l’attuale gestione Rai»
Ma è un’illusione. La Rai è il sismografo della politica nazionale. E mai un cambio della guardia o un ribaltone hanno mancato di avere un’eco a Viale Mazzini. A maggior ragione se a frapporsi al “cambiamento” è una gestione definita «fallimentare» come l’attuale. Nel corso dell’audizione in Vigilanza del direttore di Rai1 Coletta, i commissari hanno tracciato un quadro desolante. Lo sintetizzano bene i 57 milioni di perdita d’esercizio nel budget 2021, il calo di share dell’anno scorso e i sei punti in meno di Sanremo. Insomma, gli ingredienti per allestire la solita grande abbuffata di poltrone Rai ci sono tutti. Il Pd già si lecca i baffi.