Niente vaccino, niente stipendio: la sentenza del giudice di Belluno contro i sanitari no vax
Se un operatore sanitario di una Rsa rifiuta il vaccino è giusta la sospensione dello stipendio. Lo ha deciso il giudice di Belluno Anna Travia respingendo le richieste di due infermieri e otto operatori sociosanitari di due case di riposo del bellunese che avevano rifiutato di sottoporsi alla somministrazione della dose di Pfizer lo scorso febbraio e che per questo erano stati sospesi dal lavoro.
I dieci sanitari erano in ferie forzate
I dieci sanitari, come riporta oggi il Corriere del Veneto, dipendenti di due case di riposo del Bellunese, all’indomani del rifiuto erano in ferie forzate per decisione della direzione della Rsa. E sottoposti alla visita del medico del lavoro che li aveva dichiarati ‘inidonei al servizio’. Ciò aveva permesso alle due case di riposo di allontanarli dal posto di lavoro senza stipendio per ‘impossibilità di svolgere la mansione lavorativa prevista’.
Una sospensione seguita dal ricorso dei lavoratori al tribunale per essere reintegrati nel posto di lavoro. Il Tribunale ha dichiarato ‘insussistenti’ le ragioni dei lavoratori.
Ronzulli: la mia legge sui medici no vax va nella giusta direzione
La senatrice azzurra Licia Ronzulli ha commentato così la notizia su Twitter: “La decisione del Tribunale di Belluno di confermare la sospensione senza stipendio per gli operatori sanitari no vax di due rsa conferma che il mio ddl sull’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari va nella direzione giusta. La libertà di non vaccinarsi ha un limite nel diritto altrui a non ammalarsi di Covid”. Ronzulli aveva ricevuto per questa sua iniziativa minacce e insulti via social. Ma non aveva fatto passi indietro rispetto alla sua proposta.
“Potevo aspettarmi attacchi – ha detto Ronzulli – se avessi proposto l’obbligatorietà per tutti gli italiani, ma francamente non credevo che l’obbligo di vaccinarsi solo per gli operatori sanitari, una categoria oggettivamente a rischio, potesse scatenare un odio tale”.