La Azzolina fa la saputella e bacchetta Bianchi: «Si poteva evitare di tenere tutti a casa»
Scuola di ogni ordine e grado chiuse. Si torna indietro di un anno. Sette milioni di studenti a casa. Era proprio necessario? A lamentarsi non è una mamma disperata alle prese con l’incubo della didattica a distanza. Ma l’ex ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. La più impopolare della squadra Conte. Che oggi sale in cattedra e dà lezioni al suo successore, Patrizio Bianchi. Incapace di reggere all’urto del covid – questa l’accusa nero su bianco – si è arreso alla strada più facile. Quella della chiusura totale.
La Azzolina sale in cattedra e bacchetta il successore
L’ex ministra, oggi che esplodono gli allarmi e le critiche per il ‘tutti a casa’ ha buon gioco nel rivendicare il suo ‘coraggio’ di aver tenuto duro. “Prima di arrivare alla chiusura totale si potevano e si dovevano tentare altre strade”, scrive sul suo blog. Dopo aver rivendicato il successo del lavoro fatto dalla poltrona di viale Trastevere. Lavoro disconosciuto dal traditore Renzi, accusa. E che rischia di evaporare di fronte alle nuove misure del governo Draghi.
Prima di chiudere tutto, c’erano altre strade
Si poteva evitare di arrivare alla chiusura totale. Come? “Tanto per cominciare dare mascherine Ffp2 a tutto il personale. Sono settimane che lo dico. E poi: perché non fare delle rotazioni e abbassare la percentuale di presenza senza arrivare al 100% anche per il I ciclo? Diamo ai ragazzi almeno la prospettiva di qualche giorno a settimana in cui dover fare lo zaino”. La Azzolina non si rassegna al ‘solo’ ruolo di parlamentare del collassante movimento 5Stelle. I 5Stelle sono al governo ma lei non resiste dal fare le pulci al al neo-ministro all’Istruzione.
“La scelta del governo Conte fu sofferta ma lungimirante”
“Ho chiesto test rapidi per mesi e ho fatto firmare alle Regioni un impegno scritto a garantire una corsia preferenziale alle scuole sul tracciamento. Era dicembre. Ho scritto e dato al Mef una norma per finanziare convenzioni anche con il privato. Norma congelata per colpa della crisi. A che punto siamo? Cosa è stato fatto?”.
Poi rivendica orgogliosamente ‘la lungimiranza’ del governo precedente nel lasciare sempre aperto tutto il primo ciclo. Anche in zona rossa. “Una decisione che fu sofferta, difficile”, ricorda l’ex ministra. “Una scelta per nulla scontata. Grazie alla quale, da settembre ad oggi, la nostra scuola è ‘tornata in Europa”.
“Mi sarei aspettata la difesa dei più piccoli e delle famiglie”
Insomma chiudere i battenti della scuola è una misura eccessiva. “È stato detto che le varianti incidono maggiormente dai 10 anni in su. Perché allora chiudere nidi, infanzia e primaria? Si possono conoscere i dati che motivano questa scelta? Mi sarei aspettata almeno la tutela dei più piccoli e delle loro famiglie (quasi sempre mamme che devono fare i conti con gestione dei bambini e del lavoro). Mi sarei aspettata la tutela dei figli di chi opera nei servizi pubblici essenziali. Così è stato per mesi, oggi non più. Il ministero dell’Istruzione, qualche giorno fa, prima ha detto di sì. Poi ha fatto marcia indietro. Ora mamme e papà, medici o infermieri non hanno più la possibilità di mandare i figli in classe. Figli di persone già vaccinate, ricordiamolo”.
A poche settimane dalla nascita. il governo Draghi ha già collezionato passi falsi e giravolte. Esattamente le stesse del governo Conte, ma la parlamentare 5Stelle non lo dice. “Non era meglio evitare di dire che la ‘didattica a distanza crea disuguaglianza’? Uno dei tanti messaggi di queste prime settimane del nuovo governo, smentiti però dalla realtà delle decisioni prese“.