Kabobo uccise a picconate tre persone e ne ferì altre due: «Pena ridotta di quattro anni»

31 Mar 2021 9:22 - di Mia Fenice
kabobo

A Milano nessuno dimentica quell’11 maggio 2013, quando il 31enne ghanese Adam Kabobo nel quartiere Niguarda aveva seminato il terrore. Aveva preso o tentato di prendere a picconate sette persone, uccidendone tre e ferendone due. Alessandro Carolè, Ermanno Masini e Daniele Carella sono i nomi delle tre vittime. Vittime scelte a caso e depredate dei propri effetti personali. Nel mirino dello straniero quella stessa mattina finirono altri quattro sconosciuti, due dei quali (Andrea Canfora e Antonio Francesco Nigro) furono aggrediti con una spranga di ferro: scamparono alla morte per un soffio. Ieri, come scrive il Corriere, la semiautomatica aritmetica dell’esecuzione delle pene gli abbuona altri 4 anni, e gli abbassa la complessiva pena da 28 a 24 anni.

L’iter processuale

Il 31 marzo del 2016 la Corte di Cassazione, si legge sul Giornale, confermò la condanna a vent’anni di reclusione. Sentenza già espressa dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano il 20 gennaio del 2015. Otto furono invece gli anni di carcere comminati allo straniero per i due tentati omicidi in un processo distinto dal primo. I giudici, si legge ancora,  riconobbero all’imputato la semi-infermità mentale ritenendo che la sua capacità di intendere fosse “grandemente scemata” al momento dei fatti ma “non totalmente assente”.

Ma nel 2020, come riporta il Corriere della Sera, la Cassazione accoglie il ricorso dei difensori Benedetto Ciccarone e Francesca Colasuonno. Perché per legge il giudice dell’esecuzione non poteva andare come pena-base oltre quella stabilita dal giudice di merito (qui dunque 15 anni e 4 mesi). E perché mancava la motivazione del diverso peso tra i due tentati omicidi.

Kabobo, ricalcolo della pena

Il caso è tornato ieri alla gip Alessandra Di Fazio. Si legge sempre sul Corriere, la gip vincolata dalla Cassazione, parte dai 15 anni e 4 mesi di pena-base. Aggiunge gli incontroversi 7 anni a testa per gli altri due delitti, e 10 mesi e 20 giorni per ciascuna delle tre rapine. A questi 32 anni non può poi che aggiungere, per i due tentati omicidi, il massimo aumento possibile di pena continuata alla luce della sentenza di merito. Due anni in più a testa. E dai 36 totali detrae il terzo di riduzione per l’abbreviato: ecco i 24 anni. Kabobo, al 41 bis a Opera, ne ha già scontati quasi 10 (8 effettivi più 2 maturati con i 45 giorni di liberazione anticipata ogni 6 mesi). A pena espiata tuttavia, conclude il Corriere, resterà sottoposto a 3 anni di «misura di sicurezza» in una casa di cura.

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