Feltri durissimo manda un vaffa ai Cinquestelle: «Potete andare solo là…». E ironizza su Draghi

1 Mar 2021 12:20 - di Giorgia Castelli
Feltri

Vittorio Feltri su Twitter scatenato critica duramente il M5S. E lo fa partendo dalle premesse storiche dei grillini. Scrive il direttore: «Il M5S è nato su una base ideologica discutibile denominata vaffa, contrazione di vaffan***. Un partito così dove volete che vada se non a fare in cu***?».

Feltri e gli stravolgimento dei M5S

La considerazione è arrivata domenica pomeriggio,  nel giorno in cui si è svolto a Roma il summit per la rifondazione dei Cinquestelle. Presenti Beppe Grillo, lo stato maggiore pentastellato e soprattutto Giuseppe Conte. Il comico genovese vuole per il Movimento un capo unico, sulla falsariga del ruolo esercitato da Luigi Di Maio prima e Vito Crimi poi, nei panni del reggente. Un ruolo chiave per  Conte. E per farlo è pronto anche a stravolgere lo statuto M5S. E a glissare su chi la pensa in maniera diversa.

Le modifiche allo statuto dei 5S

Uno dei possibili compromessi potrebbe essere quello di trasformare il cosiddetto comitato direttivo in una sorta di “segreteria politica”, da affiancare a Conte nella guida del Movimento. Ma il timore di Grillo, raccontano alcuni beninformati, è che Conte finisca per uscirne “depotenziato”, e il Movimento con lui. Ecco che compaiono le modifiche allo statuto. Modifiche che, spiegano autorevoli fonti all’Adnkronos, saranno rapidissime. Ed è proprio in questo clima che è arrivata la considerazione durissima di Feltri.

Feltri e l’attacco a Draghi

Nei giorni scorsi Feltri aveva riservato un “vaffa” a Mario Draghi. Sempre su Twitter, Feltri aveva attaccato: «Draghi è di Roma per cui lascia che il Lazio rimanga giallo, mentre la Lombardia diventa arancione. Difficile trattenere un vaffa***». Se Draghi, «dichiaratosi innamorato dei fenomeni di Bruxelles, non troncherà i rapporti con loro e non si deciderà in fretta a comprare in proprio sui mercati internazionali le iniezioni portentose in uso in mezzo mondo, non c’è dubbio: subirà lo stesso trattamento riservato a Conte».

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