Dagospia: «Militanti inc…ti con Salvini». Il caso Puigdemont manda in fibrillazione la Lega
10 Mar 2021 13:33 - di Valeria Gelsi
Ripercussioni nella Lega per il voto con cui il Parlamento europeo ha revocato l’immunità a Carles Puigdemont e agli altri due eurodeputati catalani Clara Ponsati e Toni Comin. Nel Carroccio, infatti, pare sia stata mal digerita la marcia indietro di Matteo Salvini che, dopo essersi inizialmente espresso per un voto contrario, ha poi optato per la libertà di scelta.
Dagospia: il caso Puigdemont turba la Lega
A rivelare i turbamenti provocati tra i leghisti dalla scelta del segretario è stato il sempre ben informato Dagospia. Vi si legge che la decisione di Salvini è arrivata «per pressioni» di Vox, il partito sovranista spagnolo che contrasta il secessionismo dei catalani. E su questo punto deve essersi creato il cortocircuito. Perché, nella Lega, ormai è solidamente proiettata nel ruolo di partito nazionale perseguito con convinzione da Salvini, qualche nostalgismo per i bei tempi andati – se non del secessionismo, almeno del federalismo spinto – resiste. O, magari, viene usato solo in chiave di polemica interna.
La solidarietà di Gianna Gancia a Puigdemont & co
Non a caso, a protestare apertamente per la revoca dell’immunità ai colleghi catalani è stata Gianna Gancia. Cuneese, moglie di Roberto Calderoli, leghista di lungo corso e in più occasioni “eretica” rispetto alla linea del segretario, la Gancia ha espresso «piena solidarietà ai colleghi deputati catalani». Per l’eurodeputata si tratta di «un precedente pericoloso per la democrazia in Europa. Si fa passare l’idea – ha commentato – che le controversie politiche possano essere risolte per vie giudiziarie e non attraverso il dialogo nelle sedi istituzionali preposte».
Quelli che chiedono di guardare alle origini
«Il mio auspicio , ha aggiunto – è che il tribunale belga non conceda l’estradizione e che sia fatto valere il principio dell’autodeterminazione dei popoli, così come sancito dalla carta delle Nazioni Unite». Gancia, dunque, come era inevitabile, ha fatto un accenno appena sfumato alle questioni indipendentiste. Ma bisogna leggere le sue parole alla luce delle periodiche richieste perché la Lega recuperi lo spirito delle origini.
Un bubbone sempre pronto a esplodere
Richieste che si sono fatte piuttosto forti appena sei mesi fa, in vista delle comunali a Mantova, dove una parte del partito chiedeva di poter rispolverare il vecchio simbolo della Lega Nord. Servì un poderoso impegno dell’ala salviniana per riportare tutti nei ranghi. Ma se, come dice Dagospia, i militanti leghisti si ritrovano «inc…ti» per il voto su Puigdemont, il bubbone dei contrasti con il segretario continua a essere pronto a esplodere a ogni occasione.