Covid, l’allarme del “Sacco” di Milano: «Mortalità anche tra i giovani: terapia intensiva allo stremo»

22 Mar 2021 12:14 - di Redazione
Sacco

«Noi abbiamo 28 letti di terapia intensiva occupati. Siamo quasi al massimo delle nostre possibilità» e «i pazienti ricoverati, ovviamente, sono estremamente critici». Il Covid non dà tregua. E il virgolettato appena letto è traducibile alla stregua di un vero e proprio allarme. A lanciarlo, in collegamento video con il Buongiorno di Sky Tg24, è il professor Emanuele Catena. Lui è il primario del reparto di Terapia intensiva dell’ospedale Sacco di Milano, lo stesso del professor Galli. Lo spaccato da lui offerto stamattina in tv è dir poco preoccupante. Almeno, per quel che riguarda il suo campo di osservazione all’interno del nosocomio milanese.

Il primario Catena: «Reparto al 40%»

«Abbiamo varianti inglesi di coronavirus prevalenti e due pazienti con la variante brasiliana», esordisce prima di passare a sciorinare numeri e percentuali relative ai decessi e ai ricoveri. «La mortalità in terapia intensiva – dice infatti Catena – rimane elevata, intorno al 35-40 per cento. Non tanto lontano dalla mortalità della prima e della seconda ondata». Praticamente, almeno per come di può inquadrare dal Sacco, è come se l’Italia stesse tornando indietro. Il virus con le sue varianti si dimostra ben poco “addomesticabile“. Anzi, è decisamente più pericoloso di quello che è risultato nel corso della prima ondata dello scorso anno.

«Al Sacco anche un 27enne e molti 40enni»

«In questa fase – prosegue infatti il luminare – si è ridotta la fascia di età dei malati Covid che arrivano in terapia intensiva». Finora, ad affollare questo reparto arrivavano soprattutto persone anziane o, per lo più, mature. Ora anche queste “certezze” stanno venendo meno. «Abbiamo pazienti anche di 27 anni – ha riferito lo specialista -. Ne abbiamo avuti di 40, 42, 50, senza patologie associate, che sono arrivati in terapia intensiva in condizioni critiche».Quanto alla mortalità, «le persone che sopravvivono sono mediamente quelle più giovani, intorno ai 60 anni». «I decessi, invece – conclude il primario del Sacco – si spostano più in una fascia di età intorno ai 70».

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