Conte e Letta divisi dalla Raggi e dalla legge elettorale. Il M5S perde ancora pezzi

24 Mar 2021 13:26 - di Niccolò Silvestri
Conte

«Nel nuovo M5S il Pd sarà sicuramente un interlocutore privilegiato». Giuseppe Conte è alla sua prima uscita da leader in pectore del M5S. Ed è in tale veste che ha parlato per circa un’ora con Enrico Letta nella sede dell’Arel. «Si apre un cantiere – annuncia –. È stato un confronto proficuo, uno scambio molto utile». Parole tutto sommato rituali, come gli argomenti (ufficialmente) affrontati nel corso del confronto: «Piano vaccinale e «necessità di sostenere famiglie imprese e lavoratori». Ma in occasioni simili è sempre il non-detto la parte più interessante. In questo caso, la parte appena accennata: «Dobbiamo lavorare per creare la giusta sinergia».

Conte ha incontrato il segretario del Pd

Significa che tra i “nuovi” M5S e PD, almeno per ora, i punti da chiarire sopravanzano quelli già chiariti. Di certo, a rendere meno agevole la pedalata in tandem è il tema della legge elettorale. Letta si è dichiarato pro-Mattarellum. Conte sta nella trincea del proporzionale scavata assieme a Zingaretti. E lì deve stare in attesa di nuove disposizioni da parte del MoVimento. L’altra questione dirimente è Roma, anzi Virginia Raggi. Il Pd non ne vuol sentire parlare. Ma la sindaca esibisce un lusinghiero 26 per cento nei sondaggi che ha ringalluzzito Beppe Grillo, già accorso a sostenerne la ricandidatura. La partita amministrativa della Capitale, ben più che nelle altre importanti città al voto, ha per Letta valore basilare. Accettare la Raggi significa rinunciare a ricucire con Carlo Calenda e quindi con il campo più riformista della sinistra. Ma neanche Conte può rinunciare a cuor leggero ad un sindaco uscente.

Il deputato Trizzino lascia i 5Stelle

Ma al netto dei rapporti con il Pd, ben altre grane attendono Conte. A cominciare dalla piattaforma Rousseau. Casaleggio Jr. reclama il pagamento delle mensilità arretrate (circa 450mila euro) dei parlamentari. Per questo ne ha bloccato le attività, cioè la vita stessa del MoVimento. Ma Giuseppi minimizza. «Spero di comporre amichevolmente – dice -.   Non vedo perché oggi si debba decidere di non usarlo più, ci sono ruoli e pretese da chiarire». Lui, intanto, lavora «a un progetto per rilanciare il Movimento» e di cui parlerà «quando sarà pronto». Proprio mentre era impegnato con Letta, Conte ha ricevuto notizia dell’ennesima defezione tra i 5Stelle. Il deputato Giorgio Trizzino è passato al gruppo Misto.

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