Bavaglio alle tv, Mentana sfida i 5Stelle: «Prendete posizione sulle “disposizioni” di Grillo»

19 Mar 2021 17:56 - di Valerio Falerni
Grillo

Brutto affare per i doppiopesisti di stanza a sinistra. Già, come faranno ora a sputacchiare su Viktor Orban stando a braccetto con Beppe Grillo? Brutto affare davvero. Soprattutto se di mezzo c’è l’informazione con le sue liturgie e i suoi anfratti inaccessibili. Già, il Comico loro alleato vuole violarli imponendo regole, decaloghi e codi etici a conduttori, giornalisti e cameraman. Roba che se l’avesse fatta il centrodestra, sarebbe cascato giù il mondo. In questo caso, invece, ha reagito solo Enrico Mentana chiedendo ai seguaci di «prendere posizione sulle “disposizioni”» impartite dal loro capo-setta. «Qualora si confermasse che quelle linee – dal mio punto di vista irricevibili – saranno adottate ufficialmente dal M5S, dovremo trarne le più ovvie conseguenze».

L’appello del conduttore andrebbe esteso alla sinistra

Sacrosanto. Mentana è “solo” un anchorman. Diversamente gli avremmo chiesto di estendere il suo appello anche agli alleati dell’Elevato. Soprattutto a quelli che si vantano di averlo strappato ai populisti per arruolarlo in difesa della democrazia minacciata dalla “torsione autoritaria” puntualmente in agguato. Una litania ascoltata tante volte. E proprio in quei talk show che Grillo vorrebbe ora sterilizzare in confortevoli nidi per i suoi adepti in crisi nera. Non è colpa loro se da lì non riescono a raddrizzare la curva dei sondaggi in picchiata. Semplicemente, non risultano più credibili. E non da oggi.

Ben altre reazioni con la Meloni al posto di Grillo

Lo capì  Alessandro Di Battista sin dai tempi del governo giallo-verde. «Che fate, non mi applaudite più?», arrivò a chiedere al pubblico di di Martedì davanti ad uno sconcertato Giovanni Floris. Il battimani è l’unica colonna sonora in uso sullo spartito grillino. Quando non scatta – è questo il senso del delirio di Grillo – non si cambiano i musicanti, ma il pubblico. Così funziona nei regimi illiberali. Ma ufficialmente quello è il mondo sognato da Matteo Salvini. Il mainstream non lo accusa forse di preferire Putin e Orban a Biden e alla Merkel? Sarà. Finora, però, chi sembra condividere metodi e finalità delle esecrate democrature dell’Est è solo il Comico. Chissà se i conduttori di talk-show se ne accorgeranno.

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