Stampa romana contro gli attacchi a Meloni e alla figlia: deriva volgare, le scuse non bastano
La Commissione Pari Opportunità del sindacato dei giornalisti Stampa Romana si domanda con sconcerto che fine abbia fatto la nostra deontologia professionale nell’articolo su Giorgia Meloni del collega della Stampa, Alberto Mattioli.
La frase dell’articolo della Stampa che ha suscitato sdegno
Il sindacato sottolinea la seguente frase: “Comprensivo di sensi di colpa perché la politica la tiene lontana dalla figlia piccola, Ginevra, prodotta con la collaborazione del compagno autore Mediaset di quattro anni più giovane e mai sposato”.
Una deriva volgare dinanzi alla quale occorrono fatti e non scuse
La Commissione Pari opportunità parla di deriva dinanzi alla quale le scuse non possono bastare. “La deriva cui assistiamo di colleghi che impunemente si lasciano andare a espressioni oltraggiose, volgari, denigratorie nei confronti delle donne, impone decisioni forti. Prendiamo atto delle scuse a posteriori del direttore Massimo Giannini e di Alberto Mattioli ma le scuse non bastano, non ci bastano più. Perché attaccare sempre le donne con stereotipi e pregiudizi di genere? E’ miserevole fare riferimento a una “bambina prodotta”.
Dimenticata anche la carta di Treviso sui minori
“Grave – sottolinea la Commissione – che si dimentichino in un colpo solo ben due doveri deontologici: quello sulla questione di genere e quello a tutela dei minori sancito dalla carta di Treviso”.
“L’Italia – conclude la Commissione – è un paese laico e il confessionale, dove tutto viene perdonato con un atto di dolore, non si addice a una professione regolata da un codice deontologico chiaro e reso ancora più efficace dalle norme introdotte dal 1 gennaio 2021 dall’Ordine Nazionale”.