Repubblica all’assalto di Fratelli d’Italia. Nel mirino Ciccioli, su di lui falsità stile “trame nere”

6 Feb 2021 17:56 - di Gloria Sabatini

Un attacco pesantissimo, grondante odio e rancore. Oggi Repubblica ha scelto il killeraggio contro Fratelli d’Italia nelle Marche. La regione guidata da Francesco Acquaroli. La missione è affidata a una penna doc. Di sicura fede antifascista come  Paolo Berizzi. Che non è nuovo a operazioni di demonizzazione della destra. Tutta. Post-fascisti, razzisti, sovranisti, peronisti, Fratelli d’Italia: tutti nello stesso calderone da mandare al macero. Un odiatore seriale.

Repubblica all’assalto della destra delle Marche

Oggi l’inviato di Repubblica se la prende prima con il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Ugo Maria Filisetti. Poi con Carlo Ciccioli, capogruppo in Regione di Fratelli d’Italia.

Il titolo è già un manifesto. ‘Dalla difesa della razza all’apologia del fascismo. Le Marche laboratorio della destra più nera’. Roba da Radio Onda Rossa degli anni di piombo.

Nel mirino il direttore dell’ufficio scolastico regionale

Il primo è colpevole, pensate un po’, di avere esposto nel suo ufficio (triste, dice il giornalista) un quadro futurista. Ma c’è di peggio, nella sala d’aspetto campeggia un manifesto del  Comando supremo militare italiano con fascio littorio. Fattaccio che si unisce a un episodio già noto. Che è costato a Filisetti l’alzata di scudi della sinistra militante e del Pd. Il 4 novembre il dirigente Miur invia agli studenti  marchigiani una missiva ‘dai pomposi toni fascistoidi’. Questa la sintesi di Berizzi.  Lettera per la quale  ha fornito  i chiarimenti richiesti. E non ho ricevuto nessun provvedimento disciplinare.

L’attacco a Carlo Ciccioli di FdI: antiabortista ed ex picchiatore

Poi Repubblica passa al killeraggio di Ciccioli. Politico di lungo corso, Msi, An, Pdl, Fratelli d’Italia. Per la sua storica posizione anti-abortista. ” In pratica – scrive il giornalista –  guai a interrompere la gravidanza. Bisogna anzi riprodursi. Per fare in modo che gli immigrati stranieri non rimpiazzino la “razza Marche“. Una personalissima e capziosa opinione  dell’articolista. Visto che Ciccioli non ha mai parlato di ‘razza Marche’.

L’identikit stravolto del capogruppo di Fratelli d’Italia

Ma a leggere l’identikit di Ciccioli, specie per chi lo conosce, c’è da sobbalzare dalla sedia. “Ex Msi, negli anni ’70 era un picchiatore fascista. Nel ’74 spara a uno studente. Ombre che non hanno rallentato la carriera politica. Oggi è l’ariete anti-abortista.” La posizione antiabortista dell’esponente di Fratelli d’Italia, stimato psichiatra, è netta. “ Sono stupefatto dell’arroganza del pensiero unico”, ha risposto qualche giorno fa. ” La Legge 194 è una legge di Stato e come tale va rispettata. Magari rivista. Poiché credo che vada applicata totalmente. E non solo limitatamente alle norme di interruzione della gravidanza. A suo tempo è stata una battaglia civile di grande rilievo. Oggi la sua continua apologia mi sembra oggettivamente una battaglia di retroguardia”.

La difesa della maternità diventa un reato

La premessa non è quella di un pericoloso incendiario fascio-nazista. E magari difensore della razza ariana. “L’accessibilità all’interruzione di gravidanza è comunque sempre stata garantita. Proprio ieri – raccontava Ciccioli – mi ha chiamato un genitore. Che dovrebbe iscrivere suo figlio per il prossimo anno in una certa scuola media della città.  In un quartiere di Ancona dove attualmente si iscrivono solo ragazzini stranieri. Fino a pochi anni fa era una scuola prevalentemente di bambini italiani.  Cosa significa tutto questo? Che in quel quartiere nascono solo figli di stranieri. E non ci sono figli di italiani“. Una constatazione.

“Non dobbiamo ridurci come i nativi americani”

“C’è un intero plesso scolastico che non ha più italiani. Oggi io sostengo che occorre approvare immediatamente una “194” in difesa della libertà delle donne di fare figli. Che permetta alle giovani coppie di accedere immediatamente al sostegno per la maternità. Asili nido e scuole materne gratuite.  Anche gli italiani hanno diritto di vivere come popolo e di riprodursi. Non dobbiamo essere ridotti come i ‘nativi americani’, tanto citati oggi dal Presidente Biden”.

Nel 1974 l’aggressione a Ciccioli dei bravi ragazzi della sinistra

Quanto alla sparatoria. Che autorizza Berizzi a scrivere “Ciccioli ha sparato”..I fatti sono presto detti. Correva l’anno 1974 quando l’attuale capogruppo di Fratelli d’Italia alla Regione Marche veniva aggredito da dieci persone della sinistra extraparlamentare. All’uscita dal cinema Metropolitan. Insieme a un altro ragazzo il giorno di Natale. Il secondo ragazzo riesce a scappare.  Ciccioli resta solo in balìa di dieci compagni doc armati di spranghe e bastoni. Ha una pistola con regolare porto d’armi e spara nel mucchio per salvarsi. Ferendo alla coscia uno degli aggressori. Per l’episodio ha scontato un mese di carcere. Il reato venne poi amnistiato.

La solidarietà della gente ‘normale’ di Ancona

Basta ascoltare le testimonianze della gente comune di Ancona, dove l’esponente di FdI è popolare e amato, per capire che Repubblica stavolta ha ‘leggermente’  esagerato. Un sacerdote impegnato nel sociale, di simpatie non certo meloniane, non fa mistero della sua irritazione e dispiacere. Di Ciccioli, pensate un po’, apprezza la posizione sull’aborto. Gente ‘normale’, avvocati e commercialisti gli hanno dato solidarietà. Anche ironizzando sul passato militante di Ciccioli.

L’articolo prosegue con attacchi svariati.  Si va con grande fantasia alla ricerca del mostro. Per esempio il sindaco di Ascoli che il 25 aprile si è presentato al sacrario partigiano con la mascherina nera. Un abbigliamento poco consono per Berizzi. Ossessionato dal fascismo. 

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