Palamara, Pd e M5S cercano una via di fuga: no ad una Commissione d’inchiesta sul “sistema”
Pd e Cinque Stelle cercano disperatemente una via di fuga dopo le devastanti rivelazioni di Luca Palamara sul sistema di rapporti perversi fra magistratura e politica. E si oppongono, entrambi, all’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta che faccia luce sul coacervo di interessi vischiosi.
“Una Commissione di inchiesta dopo le rivelazioni del libro di Palamara? Prima troviamo un accordo sulla giustizia sul tavolo del Governo e poi ne parliamo”, cerca di arginare il problema il responsabile nazionale Pd per la Giustizia Walter Verini, chiacchierando con l’Adnkronos.
La proposta di Fi, già condivisa dalla Lega, di istituire una Commissione d’inchiesta sull’intreccio tra toghe e politica svelato da Luca Palamara nel libro-intervista realizzato insieme al direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti viene vista come il fumo negli occhi dal Pd. Il che già spiega tante cose.
Ma anche i Cinque Stelle sono assolutamente contrari a sollevare il velo sullo scandalo svelato da Palamara.
“La proposta di istituire una Commissione ad hoc sulla scorta delle dichiarazioni di un ex-magistrato mi pare sia solo una provocazione, finalizzata a complicare il percorso della riforma del Csm pendente in Commissione”, cerca di sostenere il grillino Mario Perantoni, presidente della Commissione Giustizia della Camera, commentando la proposta di dar vita a una commissione d’inchiesta sulla magistratura – alla luce delle rivelazioni di Luca Palamara.
“Tutto ciò che ha colpito l’onorabilità e l’autorevolezza della categoria va affrontato riducendo la politicizzazione di questo organismo che è esattamente quello che vogliamo fare con la proposta di riforma che stiamo esaminando”, dice il grillino opponendosi così alla proposta sulla quale si è detto d’accordo anche il segretario della Lega Matteo Salvini.
“Il libro di Palamara apre uno squarcio inquietante sulla gestione lottizzata e partitocratica della magistratura – dice all’Adnkronos Andrea Delmastro Delle Vedove di Fdi e presidente della Giunta per le Autorizzazioni a Procedere. – Se solo un decimo di quello che scrive fosse vero, si dovrà decespugliare la magistratura da queste correnti. Il tema su cui bisogna spingere è il sorteggio del Csm per eliminare il cancro partitocratico”..
Quanto alla Commissione bicamerale d’inchiesta, “ok – conviene Del Mastro. – Ma nemmeno c’è bisogno di convenire più di tanto. Bisogna, ribadisco, arrivare al sorteggio del Csm per annichilire completamente le metastasi che hanno pervaso la magistratura“.
“Mentre il governo litiga, tanto per cambiare, sulla giustizia registriamo un silenzio quasi imbarazzante da parte di giornalisti, Istituzioni e politica in merito alle gravissime affermazioni rilasciate dall’ex-capo dell’Anm ed ex-membro del Csm, Luca Palamara“, annota Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato, secondo il quale quelle rivelazioni “squarciano il velo su un sistema marcio e compromesso alla radice, ostaggio delle correnti e delle nomine di peso”.
E’ “un sistema che da sempre – ricorda Mulè – Forza Italia denuncia perché vittima “privilegiata” nei numerosi processi e sentenze ad orologeria avviati nei confronti del presidente Berlusconi e che già a luglio scorso aveva affrontato insieme al centrodestra presentando una proposta di legge per richiedere l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull’uso politico della giustizia“.
“E’ giunto il momento di affrontare con trasparenza e onestà intellettuale questa situazione critica perché compromette non solo la libertà politica ma il lavoro e la dignità di tanti magistrati onesti”, dice il portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato.
Una visione sulla quale si ritrova anche il leghista Giacomo Francesco Saccomanno, Commissario regionale della Lega in Calabria: “La maggior parte dei magistrati sono persone per bene che, con il loro sacrificio, e a volte perdendo anche la vita, sono riusciti a mantenere in piedi un sistema disastrato”.
Ciò non toglie che “l’intervista di Luca Palamara ha scoperchiato un ‘sistema’ illegale di gestione della giustizia che merita un evidente approfondimento sia dal lato disciplinare che penale, se verranno accertate condotte aventi natura di rilevanza illecita”. Di qui l’auspicio che non cali “il silenzio come è successo finora”.