Lo strano appuntamento di Zingaretti e Salvini alla “non facciamoci del male”: imbarazzi e silenzi

16 Feb 2021 9:21 - di Viola Longo
salvini zingaretti incontro

Si sono incontrati in serata, al termine di una giornata ad alta tensione sulla questione delle piste da sci, che rischiava di far scoppiare il governo prima ancora del suo approdo in Parlamento per la fiducia. Matteo Salvini e Nicola Zingaretti sono dunque corsi ai ripari, inaugurando quella che si prospetta come una tornata, e con ogni probabilità, una stagione di incontri bilaterali tra leader per cercare di tenere insieme una maggioranza che ha fatto a cazzotti fino all’altro ieri. E che, senza continui puntellamenti, rischia di finire ko molto prima dell’orizzonte di un anno che ormai tutti assegnano al governo Draghi.

L’imbarazzo di Salvini sull’incontro con Zingaretti

L’incontro tra il segretario del Carroccio e quello della Lega è durato circa mezz’ora. Secondo quanto riferito dal primo, hanno parlato di lavoro. Sul tavolo ci sono l’imminente sblocco dei licenziamenti, fissato per il 31 marzo; la cassa integrazione; il sostegno alle imprese; il taglio del cuneo fiscale. «Prevenire è meglio che curare», ha spiegato Salvini, che ha confermato il colloquio al Fattoquotidiano.it, «dopo qualche titubanza», ha sottolineato il giornale.

Prima regola: accantonare i temi scomodi

La frase del leader leghista era riferita al merito delle questioni, e ai licenziamenti in particolare. Ma ben si adatta pure alla situazione politica in generale. I segretari sanno che il rischio di inciampare sulle profonde differenze che dividono i partiti della maggioranza è elevatissimo. E così si sono messi al lavoro per cercare di disinnescare il potenziale esplosivo. Non a caso, secondo quanto riferito da Francesco Verderami sul Corriere della Sera, «la prima regola d’ingaggio – stabilita da Salvini e Zingaretti – sarà accantonare i temi su cui non può esserci intesa, concentrandosi sulle priorità al centro del programma di governo: salute, economia, lavoro, scuola».

Salvini mette le mani avanti: «Sento tutti»

Insomma, i segretari, che in questo modo recuperano anche la centralità sfuggita con la mancata chiamata al governo, almeno nelle dichiarazioni di intenti, sono disposti a rinunciare alle loro battaglie storiche pur di garantire la sopravvivenza di questa strana maggioranza e non innervosire Draghi. Gli incontri, come anticipato da Salvini, proseguiranno con «tutti i segretari di maggioranza». «Devo sentire anche i Cinquestelle perché dobbiamo lavorare insieme. Sento tutti, Forza Italia, Renzi», ha precisato ancora il leader leghista, forse anche per mettere le mani avanti rispetto alla creazione di una strana coppia con l’omologo dem. «L’ascolto va sempre bene», ha poi aggiunto, riferendosi alla decisione del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, di sentire i sindacati e Confindustria.

Qualsiasi cosa per garantire la «pace politica» a Draghi

«Dobbiamo garantire al Paese la pace sociale e al presidente del Consiglio una pace politica», è stata la proposizione di Salvini, sulla quale Zingaretti si sarebbe trovato d’accordo. Più facile a dirsi che a farsi, però. Per quanto i leader vogliano incontrarsi l’un l’altro, infatti, il percorso appare accidentato. Tanto che lo stesso Salvini, secondo quanto riportato ancora dal Corriere, ha anticipato che «poi occorrerà una sede dove ragionare insieme». E non sarà facile, perché andranno coinvolte le delegazioni dei ministri, i capigruppo parlamentari, i singoli parlamentari nelle vesti di mediatori. Per quanto Draghi possa esercitare una pressante influenza, infatti, poi tutto dovrà comunque passare dai partiti e dalle Camere, nella non facile ricerca di compromessi, che rischiano di essere al ribasso per tutti. Italiani in primis.

 

 

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