L’aveva definita “peracottara”: anche lo scrittore Van Straten si scusa con Giorgia Meloni

22 Feb 2021 14:34 - di Lucio Meo

Tra i tre gentiluomini che si erano divertiti a ironizzare su Giorgia Meloni, lo scrittore Giorgio Van Straten era stato quello che si era aggiunto alla fine per dare ragione al professor Giovanni Gozzini e al giornalista Raffaele Palumbo con la definizione di “peracottara”. Oggi anche lui si scusa con la leader di Fratelli d’Italia, chiedendo riservatezza: “Non si scambi il mio silenzio per una forma di arroganza. Io sono mortificato per quello che è successo e mi sono anche già scusato con l’onorevole Meloni. Per favore si rispetti il mio silenzio”.

Le scuse di Van Straten alla Meloni

Van Straten, già consigliere del Cda della Rai, era presente alla trasmissione dell’emittente radiofonica fiorentina dialogando con Gozzini- Van Straten è stato per  anni nel cda della Biennale di Venezia, presidente dell’AGIS, sovrintendente della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino nonché nella giuria del premio strega, nonché destinatario di una onoreficenza del Quirinale.. Dal Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Siena, stamane, era invece arrivata la censura nei confronti del professor Gozzini, ma senza citare la Meloni.

La solidarietà dell’Assostampa Toscana

Oggi, intanto, la solidarietà all’onorevole Giorgia Meloni per gli epiteti offensivi e sessisti ricevuti dal professor Giovanni Gozzini  è stata espressa dall’Associazione Stampa Toscana (ast) insieme a Stefania Guernieri, componente toscana della Commissione pari opportunità (Cpo) della Fnsi.

L’Assostampa allo stesso tempo esprime “vicinanza alle colleghe e ai colleghi dell’emittente fiorentina che ha prontamente preso le distanze da tali affermazioni”. Ast e Cpo toscana richiamano “l’attenzione sul fatto che non si può approfittare del diritto di tribuna, da oltre 45 anni garantito a tutti da una delle radio storiche del panorama toscano, per esprimere apprezzamenti e concetti che superano il diritto di cronaca e di espressione e sconfinano in un linguaggio assolutamente censurabile. Politici e personaggi pubblici intervistati, o comunque invitati, dovrebbero tener conto che al microfono di una testata non ci si può esprimere come, purtroppo e troppo spesso, si fa sui social”.

 

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