Irpef, scatta il trappolone: ecco che cosa bolle in pentola, dove c’è la fregatura e chi paga
In arrivo la mazzata sull’Irpef e sul ceto medio già ridotto alla fame. Il ministero dell’Economia sta studiando un nuovo modello fiscale. Già nel suo discorso al Senato il premier Draghi ha citato il modello fiscale danese chiarendo che «non è una buona idea cambiare le tasse una volta». La riforma fiscale a cui aspira Draghi punta a un intervento a tutto campo per arrivare a una «revisione profonda dell’Irpef», fatta di «razionalizzazioni e semplificazioni del prelievo». Ma i rischi sono dietro l’angolo, infatti per arrivare a una riduzione della pressione fiscale e per mantenere il bilancio dello Stato in equilibrio si dovrà mettere le mani sul mondo delle agevolazioni.
Irpef, cosa bolle in pentola
L’Irpef è un’imposta diretta, personale e progressiva che pesa sul reddito da lavoro dipendente, assimilato al lavoro dipendente e di impresa. Come ricorda il Sole24Ore, le aliquote Irpef vanno dal 23 al 43%, ma quello che sborsano i contribuenti in termini di imposta non corrisponde quasi mai a queste percentuali. Infatti queste quote vengono alleggerite dagli “scaglioni”, ma anche da deduzioni, detrazioni e cedolare affitti.
La cancellazione delle agevolazioni
Ma con la riforma l’insidia è dietro l’angolo. La riforma del fisco dovrebbe puntare ad una riduzione delle aliquote cancellando però tutte le agevolazioni previste dall’ordinamento. Il Giornale prende come esempio un reddito dichiarato di 40mila. E così, osserva, con l’attuale sistema delle detrazioni, bonus e deduzioni si arrivava a pagare circa 8500 euro. Con l’applicazione pura degli scaglioni l’importo da pagare sarebbe superiore di circa 3mila euro. Una vera e propria batosta.