Il pediatra: la variante inglese? La distanza di un metro non basta. Chiudere le scuole e gli asili
Il pediatra Italo Farnetani suggerisce un ‘lockdown lampo’ nelle scuole e negli asili per fermare la diffusione della variante inglese. “Ribadisco l’utilità della chiusura delle scuole per 3 settimane”. Per lui occorre chiudere anche gli asili, compresi i nidi, perché proprio questi piccoli che non portano la mascherina sono a maggior rischio. “E in effetti nei mesi scorsi abbiamo visto che sotto i 6 anni i bambini si sono ammalati come gli altri anni. Mentre quelli della scuola primaria grazie alla mascherina si sono ammalati meno”.
La variante inglese ha una trasmissibilità aumentata del 40%
“Ricordiamo – ha continuato – che anche sotto i 6 anni i bambini possono contrarre il virus. E avere, anche se in percentuale minore, sintomi”, spiega all’Adnkronos Salute il docente della Libera Università Ludes di Malta.
“Il ragionamento è semplice: se il virus mutato con la variante inglese ha una trasmissibilità aumentata del 40%, bisogna incrementare nella stessa percentuale le forme di prevenzione”. Quindi da un lato “vaccinare in fretta, inserendo rapidamente nelle categorie dei servizi essenziali da proteggere anche gli operatori di supermercati, negozi e industria alimentare”. Dall’altro lato “rafforzare le misure”.
Agire sul distanziamento: un metro non basta per la variante inglese
“Propongo di agire soprattutto sul distanziamento interpersonale, perché se il virus è più trasmissibile, ma non trova il soggetto ricevente, è ovvio che si esaurisce la sua ‘potenza di fuoco'”, sottolinea il medico. E in questo senso Farnetani fa notare come vada ‘riformato’ anche il cardine del distanziamento sociale: “Il metro di distanza convenzionalmente indicato senza dubbio non basta”, osserva.
Ancora alcune settimane di limitazioni
“Teniamo presente anche – prosegue il pediatra – che con i movimenti del corpo talvolta ci si avvicina maggiormente. Le attuali indicazioni sono insufficienti, quindi. Bisogna evitare al massimo i contatti, dove serve creare percorsi per distanziare la gente, evitare che si facciano soste fuori dai bar e nei luoghi d’incontro. Da pediatra sono conscio dell’importanza del gruppo dei coetanei e dei rapporti interpersonali, ma si può chiedere un sacrificio anche ai più giovani, alcune settimane ancora di limitazioni”.
Uso corretto della mascherina
Ultimo punto: la promozione dell’uso corretto della mascherina. “Servono campagne che ricordino la necessità di coprire anche il naso e lancio un appello a tutti i cittadini: se incontriamo qualcuno con la mascherina abbassata facciamoglielo notare, la speranza è che a forza di sentirselo dire aumenti il tasso di rispetto”, conclude Farnetani.