Genova, silurata la capogruppo del Pd: aveva equiparato antifascismo e anticomunismo
Pd sull’orlo di una crisi di nervi. Nicola Zingaretti è ancora sotto choc per il turo mancino giocatogli da Mario Draghi nella selezione dei tre ministri dem. Li ha scelti tutti maschi e ora il partito fibrilla. «Ripareremo con sottosegretarie donne», fa sapere il segretario. Sarà. Intanto, di donne, i suoi compagni di Genova ne hanno appena fatta fuori una. Si tratta di Cristina Lodi e fino a qualche ora fa era la capogruppo consiliare al Comune. I suoi l’hanno defenestrata per colpa grave. Anzi gravissima: aver equiparato anagrafe antifascista e anticomunista, uno di quei giochini innocenti per bimbi deficienti che oggi allietano la politica italiana.
Cristina Lodi si era subito scusata con il partito
Si tratta di documenti sottoscritti da chi – udienza udite! – si impegna a difendere la democrazia e la Costituzione. È come se i cittadini di Genova s’impegnassero a rispettare il Codice della Strada o quello penale. Cose futili e inutili. Meglio ancora: utili solo a chi sull’antifascismo lucra rendite di posizione politiche. Ieri lo faceva il Pci, oggi lo fa il Pd di Zingaretti che della tradizione comunista è l’erede diretto, con buona pace di quei quattro cattolici in modalità foglia di fico.
Il Pd di Genova non l’ha perdonata
Ma torniamo ai fatti: la Lodi aveva persino chiesto scusa. Oggettivamente è impossibile che ad una dirigente del Pd, per altro di Genova, possa saltare in mente di equiparare fascismo e comunismo. Piuttosto si suicida. Persino un bambino avrebbe capito che l’abbaglio era solo frutto di un errore. Ha cercato di farlo capire, ma senza esito. Prima le hanno intimato di dimettersi, ma quando hanno visto che non l’avrebbe fatto hanno pensato di ricorrere all’inappellabilità dei numeri. Votazione immediata ed esito scontato: 4 a 1. La Lodi fuori, sostituita da un nuovo capogruppo.«È evidente – ha commentato lei – che si è sviluppata una operazione di potere ed evidentemente non si aspettava altro che un mio errore per rimuovermi dall’incarico». E questo sarebbe il Pd delle donne. A proposito, ma Zingaretti lo avrà saputo?