Foibe, Gobetti provoca col suo libro e poi fa la vittima: ho paura di un’aggressione fascista

12 Feb 2021 10:51 - di Vittoria Belmonte
Gobetti foibe

Eric Gobetti, lo storico autore del libro “E allora le foibe?“, per la casa editrice Laterza, ora si lamenta perché ha ricevuto critiche e insulti. Alcuni li riporta in un suo intervento oggi sulla Stampa: «Brucia all’inferno», «imbecille comunista», «ci prenderemo la nostra vendetta». Tutto, dice Gobetti, per avere posto dei dubbi su una narrazione “manichea” di esodo e foibe.

Foibe, Gobetti: contro di me campagna di odio

“È proprio questo – scrive Gobetti – che sembra inaccettabile ai tanti opinionisti di destra che ogni giorno (addirittura già prima dell’uscita del libro) pubblicano articoli pieni di ingiurie verso la mia persona e il mio lavoro. Intendiamoci: le diverse interpretazioni e le critiche alle mie ricerche e a ciò che scrivo sono legittime e sempre ben accette, ma questa campagna di odio ha ben altri obiettivi. L’intento è quello di impedire ai professionisti della storia di partecipare al dibattito pubblico“.

Gobetti: invoco la libertà di studiare le foibe

“È possibile – si domanda ancora Gobetti – che uno studioso debba vivere per anni in una condizione di continua pressione, sottoposto ad accuse assurde (comunista!) o infamanti (negazionista!) da giornali in grado di scatenare le fantasie aggressive di fanatici ed estremisti? In nome dei miei figli e del mestiere di storico, invoco la libertà di studiare e scrivere in tranquillità, senza l’incubo di un’aggressione fascista“.

Ma la sua è un’operazione di propaganda

Ora, Gobetti si dipinge come uno storico disinteressato, amante della ricerca, intento solo a spulciare le “sudate carte” per arrivare alla verità. Purtroppo per lui questa immagine non regge: Gobetti si è prestato consapevolmente a dare dignità estetica e fondamento scientifico al negazionismo sulle foibe e comunque alla versione riduzionista di quella tragedia. E così ha fatto Laterza supportando l’operazione e scegliendo un titolo volutamente provocatorio, “E allora le foibe?“, che rimanda a una battuta comica. Perché si vuole evidentemente perculare tutta insieme la destra che ha fatto di questa pagina dolorosa della nostra storia una battaglia di verità a nome e per conto dell’intera comunità nazionale. Non si può certo pretendere che tutto ciò passi inosservato.

Anche Pansa insultato per i suoi libri sui crimini partigiani

Il lavoro di Gobetti è tutto politico, altro che storia, altro che libertà di ricerca. Ci sono stati fanatici ed estremisti che si scagliarono contro Giampaolo Pansa per i libri in cui raccontava gli orrori commessi dai partigiani nel bienno 1943-45. Ciò non toglie che la sua fu opera meritoria. E che Pansa continuò a scrivere, anche tra le polemiche, ciò che voleva.

Insulti e fanatismo vanno sempre banditi, anche quando vengono da sinistra

Insulti e fanatismo vanno sempre banditi e condannati però, non solo quando ci si trova in mezzo Gobetti, il quale non può presumere di evitare le polemiche dal momento che si è deliberatamente scelto una mission divisiva:  quella di ribaltare la verità  sul dramma delle foibe. Non pulizia etnica ma reazione ai crimini del nazifascismo, dice lui. Non odio anti-italiano, ma legittimo odio antifascista. Tesi frutto di revisionismo ideologico: si parte da lì e poi si cercano pezze d’appoggio per sostenere la propria opinione. Tutto il contrario del mestiere dello storico. Questa è solo propaganda.  Che ora Gobetti vorrebbe dignificare facendo la vittima. “Tanto odio mi fa capire che sono sulla strada giusta”. E no, il “molti nemici molto onore” è un parametro un po’ troppo fascista. Bisogna che Gobetti faccia appello ad altri espedienti retorici…

Gobetti vuole fare la vittima dei fascisti

Certo il suo piagnisteo lo farà diventare mainstream, ci sono media che non vedono l’ora di ribaltare la narrazione sulle foibe: non hanno mai sprecato molte righe su quelle vittime italiane dimenticate e oggi possono addirittura parlare di foibe esibendo come vittima sacrificale dei fascisti un presunto storico, uno di sinistra. Grande festa nelle redazioni progressiste. Ma il gioco è talmente scoperto da risultare penoso.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *