Crisi di nervi aspettando Rousseau. Toninelli e Lezzi: “No a Draghi”. Ma la base vota come vuole il capo

11 Feb 2021 16:07 - di Eugenio Battisti

Si può votare fino alle 18. L’esito è scontato, Beppe Grillo ha deciso di appoggiare il governo di Draghi, diventato l’uomo delle provvidenza anche per il movimento duro e puro che qualche tempo fa lo avrebbe voluto in prigione. Sul fronte del no, capeggiato da Alessandro Di Battista, anche l‘ex ministro Danilo Toninelli. Che annuncia con orgoglio la sua bocciatura dell’esecutivo ammucchiata guidato dall’ex numero uno della Bce.

Toninelli: “Ho votato no a Draghi”

“Per porre un limite agli attacchi vergognosi contro esponenti del M5S ci sono solo due strade. Ci si piega o si continua a lottare. Ma solo nel secondo caso si potrà dare all’Italia un’informazione libera da partiti. E lobby. Per questo oggi su Rousseau ho votato No”.

“Non siedo al tavolo con certi personaggi”

Contorto, come sempre, il ministro delle gaffe spiega ancora: “No. Per evitare di sedersi al tavolo con certi personaggi. Che sono tra i motivi per cui è nato il Movimento 5 Stelle“, scrive su Facebook. L’allusione è evidentemente a Forza Italia, visto che con Salvini i pentastellati hanno già governato.

Scissione inevitabile, crescono i ribelli del no

In un post scriptum il senatore grillino aggiunge. “Ricordo che il quotidiano Il Giornale‘, che mi dedica la prima pagina di oggi, è di proprietà della famiglia Berlusconi. Di cui fa parte quel Silvio Berlusconi che potrebbe diventare nostro futuro alleato di governo. Se prevalesse il sì nel voto su Rousseau“. Insieme a Toninelli si contano circa 13 ribelli nel gruppo parlamentare. Che non si ‘piegano’.

Quesito manipolatorio e vile

Che seguono le suggestioni antigovernative di Dibba. Che ha duramente contestato il quesito proposto agli iscritti sulla piattaforma Rousseau. Manipolatorio. Scritto in modo tale da indurre a votare sì. Chi non vorrebbe la continuità, presunta, con il Conte bis?

Lezzi: non sarò annoverata tra i traditori

Un altra pasdaran del no è la senatrice Barbara Lezzi (anche Emanuele Dessì). Che su Facebook si rivolge a Conte. “Il tuo appello di ieri a votare sì al quesito Rousseau ha dimostrato che sei un vero signore. Tra poche ore voterò un no convinto e vorrei motivartelo”. No, dice la Lezzi, “perché al massimo avremo tre ministri e quindi saremo  ininfluenti”.

5Stelle spaccati e in fibrillazione

“No – aggiunge –  perché il mio movimento ha scelto di nascondersi dietro ad un quesito ipocrita e vile. In cui non scrive chi sono ‘le altre forze politiche’. Italia Viva, Forza Italia, Lega, Pd, Leu, Azione, Cambiamo. Ci sono anche tutti quelli che hanno ordito alle tue spalle. Eppure eravamo dentro. E non siamo riusciti a fermarli. E io dovrei agevolare la nascita di questo governo con il voto su Rousseau? No. Farò di tutto per non essere annoverata tra i traditori del Paese“.

Trizzino: sì a Draghi anche se vince il no

C’è anche chi come Giorgio Trizzino annuncia che non terrà conto dell’esito del voto online. E voterà comunque sì al governo Draghi. “Voterò sì anche se da Rousseau venisse un voto per il no. Lo farò con convinzione. Perché voglio contribuire a dare la risposta giusta all’appello alla responsabilità del presidente Mattarella”.

Crimi prova ad alzare la voce

Difficile immaginare che l’esito delle ‘consultazioni’ on line possa essere diverso dal diktat del fondatore. In altre occasioni il voto su Rousseau è stato ‘aggiustato’ nella direzione desiderata. E anche se la base decidesse per il no, molti eletti sono pronti a fregarsene e appoggiare comunque il governo Draghi. Anche se Vito Crimi ha già fatto sapere che quella di oggi “sarà l’unica votazione sul governo. Se prevarrà il sì sosterremo questo governo, se prevarrà il no non lo sosterremo”. Ma Crimi si sa cambia idea facilmente. Grillo e Casaleggio sono pronti a smentirlo.

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