Coppia scomparsa a Bolzano, i sospetti dello zio di Benno: un depistaggio. I corpi non sono nell’Adige
Coppia scomparsa a Bolzano, i sospetti dello zio di Benno piovono sull’inchiesta in corso. L’uomo, al telefono con Mattino cinque, adombra il sospetto di un depistaggio. E dichiara convinto: «I corpi di mio fratello e di mia cognata non sono nell’Adige»… Dunque, il giallo di Bolzano sembra indirizzato verso una nuova svolta. Nei giorni scorsi gli investigatori hanno fatto delle ricerche anche con delle simulazioni con manichini al ponte di Vadena. A dimostrazione che, sono sempre numerose le supposizioni al vaglio degli inquirenti. Che, solo ieri, sono tornati nella villa in via Castel Roncolo, dove la coppia scomparsa abitava con il figlio Benno. Il ragazzo, indagato per omicidio e occultamento dei cadaveri dei genitori, da giorni in cella. Deduzioni, facilmente intuibili anche dalle ultime dichiarazioni dello zio del giovane, Ghunter Neumair, fratello di Peter. L’uomo svanito nel nulla insieme alla moglie Laura Perselli dal 4 gennaio scorso. La vittima a cui la scientifica al lavoro sul caso fa rislaire la macchia di sangue individuata sul ponte sull’Adige e scrupolosamente analizzata.
Coppia scomparsa a Bolzano: in corso un tentativo di depistaggio?
È da quella macchia di sangue che si è partiti alla ricerca dei corpi della coppia scomparsa a Bolzano. È quell’indizio così significativo, rintracciato sulla neve nelle vicinanze del ponte sul fiume, che ha fin qui indotto gli investigatori a ricercare i corpi in acqua. Unitamente all’analisi sulle celle telefoniche agganciate dallo smartphone di Benno che consentono di ricostruire spostamenti e contatti. La svolta, poi, che porta il giovane in cella arriva il 29 gennaio scorso: Benno si presenta alla locale caserma dei carabinieri e si costituisce. La procura della Repubblica emette un provvedimento di fermo e il giovane, da quel momento, si trova nel carcere di via Dante, a Bolzano, quale indiziato di duplice omicidio ed occultamento di cadavere.
La telefonata dello zio di Benno a Canale 5: i corpi «non sono nell’Adige»
Dunque, il 30enne insegnante di matematica in una scuola di lingua tedesca di Bolzano. Appassionato di culturismo. Laureatosi in Sport e Nutrizionismo presso l’Università di Innsbruck, si costituisce ma non confessa. Anzi, ai magistrati non parla. Sono gli indizi e il lavoro dei Ris a parlare in qualche modo sul mistero. Forse, anche i suoi vestiti, lasciati nella lavatrice dell’amica Martina con cui ha passato la notte della sparizione dei genitori, e da lei consegnati agli inquirenti, a dire qualcosa. A tutto questo, poi, oggi si aggiunge la telefonata dello zio di Benno, mandata in onda a Mattino cinque. Un’intervista esclusiva, nel corso della quale lo zio del 30enne, dice chiaramente: i corpi di mio fratello e di sua moglie «non sono nell’Adige». Un’opinione netta, che rimescola le carte al tavolo degli investigatori. E che Ghunter argomenta anche rilevando – come riferisce anche il Tgcom 24 – che «in Alto Adige ci sono tanti altri luoghi dove è potrebbero trovarsi i corpi senza vita di suo fratello Peter e di sua cognata Laura».
«Laura Perselli non era serena: temeva il figlio per il suo comportamento»
Anzi, asserendo proprio: «Ci sono tanti posti nelle vicinanze che non sono abitati». Tra dubbi e sospetti, insomma, l’uomo considera e afferma tra le righe che la scomparsa dei coniugi Neumair «non è stata un incidente. Né un allontanamento volontario. Mio fratello è troppo preciso e regolare», conclude Ghunter. E l’inchiesta non può che ripartire anche da queste considerazioni importanti. E mentre decine di carabinieri. Uomini del soccorso alpino. Vigili del fuoco e sommozzatori, continuano le ricerche, dal sito dell’Alto Adige trapelano altre indiscrezioni. Dagli atti dell’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica dopo la scomparsa, infatti, emergerebbe un altro indizio importante: «Laura Perselli non era serena». «Temeva il figlio proprio per il suo comportamento»...