Berlusconi assicura: «Faremo la nostra parte». Ma gli azzurri non digeriscono lo sgarbo fatto a Tajani

13 Feb 2021 9:14 - di Chiara Volpi
Berlusconi su governo Draghi

Il dado è tratto: Mario Draghi ha riempito le caselle di ministri e ministeri e sciolto la prognosi. Ma tra le fila di Forza Italia, qualcosa non quadra. Infatti, se nella Lega le dichiarazioni di Matteo Salvini confermano soddisfazione, ottimismo e speranza per le scelte del presidente incaricato. E mentre Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni, commenta a caldo nel segno della contrarietà espressa fin dal primo istante a un esecutivo “accozzaglia”. Da Forza Italia tutto tace fino all’ultimo ieri sera. Solo ore dopo la comunicazione ufficiale della lista dei ministri – quando salta agli occhi di tutti che il partito azzurro è rimasto l’unico a non aver diramato note e considerazioni – in tarda serata (dopo le 23.00) Silvio Berlusconi colma il vuoto con un commento sobrio che lascia intendere agli osservatori più scaltri quel malumore che, il ritardo di un intervento ufficiale sulla lista dei ministri di governo, già lasciava presagire.

Berlusconi deluso dal governo Draghi?

«FI farà la sua parte: è quello che avevo dichiarato l’altro giorno al termine dell’incontro con il presidente Draghi. E che ripeto volentieri», le poche, laconiche righe firmate dal leader azzurro dopo le 23. Nel frattempo, all’interno del partito, le reazioni registrate fino a quel punto sono le più diverse. Tra chi lamenta delusione per FI rimasta a mani vuote rispetto all’attribuzione di ministeri di peso. E chi denuncia l’affermazione netta dell’ala moderata dello schieramento azzurro. Certo la scelta di Draghi di collocarsi al centro. Equidistante da presunti sovranismi e movimentisti litigiosi. Forte di un ruolo strategico mirato a miscelare alchemicamente ministri tecnici e personalità più espressamente politiche, aveva lasciato intuire già da un po’ che i capi di partito sarebbero rimasti fuori dalla compagine di governo. Ma il responso finale che taglia fuori Tajani viene accolto con amarezza in casa forzista. Nelle retrovie, come in prima linea, c’è forte fibrillazione in FI.

Governo Draghi, Berlusconi e lo “sgarbo” dell’esclusione di Tajani

Sorprende in particolare, per l’appunto, l’esclusione di Antonio Tajani, che fino all’ultimo il totonomine dava in pole per un ministero di peso. A questo punto, molti accreditano il silenzio risuonato fino alla tarda ora di ieri sera, del leader Berlusconi, non solo alla delusione per Tajani. Ma anche alla constatazione di aver ottenuto tre dicasteri senza portafoglio, nessuno di peso rispetto ai numeri di Fi, ora terzo gruppo in Parlamento. Un big azzurro, della vecchia guardia, che vuol restare anonimo, fotografa così la situazione: «Per FI tre deputati e zero senatori. Tre anti-Lega. Di fatto, vince la linea centrista della Camera…». Di più. Secondo un retroscena ipotizzata in queste ore dal Corriere della sera, sembra che «nonostante il lieto fine notturno, chi ha parlato con Berlusconi sia convinto che gli sia stato fatto uno “sgarbo”»…

La geografia politica interna del partito e i 3 neo ministri

Forza Italia, dunque, torna al governo in una maggioranza atipica di unità nazionale sotto la guida di Mario Draghi. Ottiene tre ministeri: quello della Funzione pubblica e due new entry, il Sud e le autonomie. Ma, come anticipato, l’ingresso nell’esecutivo di Super Mario segna anche un cambiamento della geografia politica interna del partito. Mariastella Gelmini, Mara Carfagna e Renato Brunetta sono tutti esponenti dell’ala moderata azzurra e sponsor della strategia “responsabile” di Silvio Berlusconi. Con il loro ingresso nella squadra di governo, l’ago di bilancia pende decisamente a sfavore dei fedelissimi del Cav: Anna Maria Bernini e Antonio Tajani. E tra gli altri, Osvaldo Napoli, parlamentare di lungo corso ed esponente di Voce Libera – l’associazione fondata dalla Carfagna – lo dice a chiare lettere all’Adnkronos: «Questa è la vittoria netta dell’area moderata sia dentro Fi che nella Lega nei confronti del populismo, del sovranismo e dell’antieuropeismo».

Governo Draghi e Berlusconi: «In FI ha prevalso la linea di Gianni Letta…»

In una parola, fa notare Napoli: «Dentro Fi ha prevalso la linea di Gianni Letta…». La linea, cioè dello storico braccio destro del Cav, da sempre emissario forzista presso il Quirinale (Sergio Mattarella in questo caso). Alla fine, comunque sia, il comunicato ufficiale che arriva da Villa Grande recita: «Forza Italia farà la sua parte»: è quello che avevo dichiarato l’altro giorno al termine dell’incontro con il Presidente Draghi, e che ripeto volentieri stasera. Accolgo infatti con soddisfazione la nomina a Ministri della Repubblica di Renato Brunetta, Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, sicuro che si impegneranno con l’abituale dedizione portando un contributo di competenza e di esperienza all’azione dell’intera compagine governativa. Al Presidente Draghi e a tutto il Governo il più vivo augurio di buon lavoro». Firmato: Silvio Berlusconi.

 

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