Barbaro (FdI): “Molte strutture sportive sono a rischio chiusura. Urge un sostegno per affitti e ristori”
“Un sostegno per gli affitti e ristori alla voce incassi Istituzionali. Queste le due priorita’ fondamentali per le strutture sportive, molte delle quali sono a rischio chiusura”. Così Claudio Barbaro, senatore di Fratelli d’Italia e presidente di Asi, che ben conosce le dinamiche dello sport e del territorio.
Barbaro evidenzia l’errore del governo
“E’ dall’inizio della pandemia che cerchiamo di sensibilizzare il governo a trovare soluzioni idonee per un settore che produce un consistente risparmio per il Sistema Sanitario. Un giro d’affari di oltre 15 miliardi di euro e che dà lavoro ad oltre un milione di famiglie – spiega Barbaro – Il debito sugli affitti e la paura di veder portate all’incasso le garanzie prestate sta diventando opprimente, pericoloso e rischia di favorire soluzioni estreme. Gli operatori non possono essere lasciati soli. Non si capisce perché, a seguito delle nuove chiusure, la riduzione degli affitti non sia stata estesa ed ampliata”.
“Non hanno calcolato i mancati abbonamenti”
“Debiti che crescono – prosegue Barbaro – e ristori assolutamente insufficienti. Anche perché mal calcolati. Il legislatore ha “tralasciato” di includere nel calcolo dei ristori i cosiddetti incassi istituzionali di associazioni e società sportive che però rappresentano gli abbonamenti. Ossia il 95% dell’incasso di una struttura sportiva, inserendo i soli incassi commerciali. Un errore che ha messo spalle al muro un intero settore”.
Nei giorni scorsi, le associazioni di categoria hanno protestato davanti a Montecitorio. «Il governo, tra le numerose attività economiche colpite dalla pandemia ha dimenticato quella dei lavoratori dei centri sportivi, fitness, piscine, attività collaterali per la salute e per le persone portatrici di disabilità». Lo ha denunciato il sindacato CNAL/FSS. «Si tratta – dichiarano Fabio Ronghi e Gerardo Ruberto, rispettivamente segretario nazionale e presidente della Federazione Sindacale Sport Italia aderente CNAL – di oltre 180 mila imprese, che danno lavoro ad oltre 700 mila lavoratori dipendenti e 280 mila professionisti. Di fatto, sono state obbligate a chiudere da circa un anno. Sono persone che operano nelle e attraverso le strutture sportive, rimaste senza lavoro, senza reddito e senza ristori». L’ennesima drammatica conseguenza della gestione scellerata della pandemia.