Astrazeneca, il Ceo conferma il canale privilegiato con Londra: «Ci hanno messo i soldi…»
Non c’è alcuna certezza su quante dosi riusciranno a produrre; non tutte quelle che sono prodotte nell’Ue restano nell’Ue; e, sì, la Gran Bretagna ha un canale privilegiato. Il Ceo di Astrazeneca, Pascal Soriot, è intervenuto in audizione davanti alla commissione Envi del Parlamento europeo, competente per la Sanità pubblica. E, di fatto, ha confermato tutte le criticità intorno alla produzione e alla distribuzione del vaccino. Dando però una buona notizia: per il vaccino AstraZeneca «non c’è alcun mercato secondario: lo vendiamo solo agli Stati», ha assicurato Soriot, ribadendo anche l’efficacia del vaccino.
Il Ceo: Astrazeneca efficace al 92% contro forme gravi
Benché additato come meno performante di altri, infatti, il vaccino Astrazeneca con due dosi e con tre mesi di intervallo tra la prima e la seconda fornisce una «protezione al 92% dalla malattia seria o moderata». Soriot ha rassicurato, poi, sul fatto che «i volumi di produzione cresceranno nel secondo trimestre» del 2021, ma non ha fornito alcuna cifra al riguardo. Si è limitato a tirare di nuovo il freno a mano rispetto al taglio di 90 milioni di dosi sui 180 milioni concordati con l’Ue. Ma lo ha fatto parlando genericamente di un ricorso alle capacità di produzione fuori dall’Ue per circa metà del totale. «Speriamo di rispettare le aspettative per il secondo trimestre», ha spiegato, sottolineando però che «ci vorrà tempo per capire quale tipo di rendimento avremo».
Soriot: «Speriamo di rispettare le aspettative»
Una decurtazione del 50% si era già registrata per questo primo trimestre. Per questo periodo le dosi sono passate dagli 80 milioni concordati con l’Ue, ai 40 milioni su cui Commissione e azienda si sono infine accordati dopo un braccio di ferro. Anche rispetto a questi 40 milioni, però, dalle parole di Soriot non sono emerse certezze granitiche. L’Ad, infatti, ha detto che «il rendimento sta migliorando, ma quando inizi la produzione spesso ci sono problemi». Ci sono le difficoltà dell’avvio di una produzione nuova, specie se sull’urgenza come avvenuto per il vaccino anti Covid. E ci sono i problemi dovuti all’assenza di magazzino, poiché appena prodotto il farmaco viene spedito.
Non tutte le dosi prodotte nell’Ue restano nell’Ue
Soriot poi ha confermato quanto era già emerso proprio dalla denuncia di alcuni parlamentari Ue, ovvero che non tutte le dosi di vaccino prodotte nell’Ue restano nell’Ue. «La stragrande maggioranza di quanto viene prodotto nell’Ue è diretto alla fornitura dell’Ue», ha chiarito l’Ad di Astrazeneca, rispondendo alla domanda di un europarlamentare. Si guarda a Londra. L’Ad di Astrazeneca ha chiarito che l’Università di Oxford ha iniziato a sviluppare il vaccino anti-Covid «nel gennaio 2020» e già «in gennaio-febbraio il governo britannico ha finanziato lo sviluppo del vaccino». E «ha investito con capitale» per sovvenzionare i siti produttivi «sia nel Regno Unito che in Olanda». «Quando abbiamo siglato il contratto con l’Università di Oxford», ha spiegato Soriot, i patti siglati con il governo britannico «sono passati a noi».