Arcuri ha i giorni contati. Toti: «Draghi faccia presto. Decida. Gli rinnovi la fiducia o lo rimuova»

22 Feb 2021 11:15 - di Alessandra Danieli

Con quella faccia un po’ così, di uno che si trova lì per caso, Domenico Arcuri è rimasto in sella fin troppo. Sul commissario straordinario all’emergenza Covid, nominato da Conte, da settimane si abbattono gli strali del centrodestra. E gli accertamenti della magistratura. Giorgia Meloni è stata la prima a chiedere lumi sulle troppe anomalie della sua gestione della pandemia. Mascherine, banchi a rotelle. Ultimo spreco il progetto dei gazebo-primula come presidi della campagna vaccinale.

Arcuri nel mirino di tutti, Draghi al bivio

Dopo Fratelli d’Italia si è accodata la Lega. Con Salvini a chiedere la testa del super-commissario. Che da un po’ di giorni non si fa sentire. Ha optato la tattica di smaterializzarsi per evitare i cannoneggiamenti avversari. Che Draghi dimostri con i fatti la sua discontinuità dal predecessore, dicono in tanti (anche Renzi gradirebbe). E lo faccia a partire da Arcuri. L’incarico è legato allo stato d’emergenza che scade il 31 marzo. Ma se super Mario volesse potrebbe, forse, anticipare il commissariamento del siper-commissario. Anche se l’ex numero uno della Bce non ama le scelte traumatiche. Basterà non rinnovargli l’incarico per mandarlo a casa. Ma in questo caso avrebbe ancora più di un mese per fare nuovi danni.

Toti: fate presto a decidere

La prospettiva peggiore è il galleggiamento nella confusione. Mentre il virus continua ad aggredire e gli sprechi potrebbero moltiplicarsi.  “Io dico basta che si decida”. A chiederlo è il governatore della Liguria. Giovanni Toti. “La struttura di Arcuri è stata la principale interfaccia delle regioni in questi lunghi mesi. Dai tamponi ai dpi; certamente alcune cose non hanno funzionato. Onon avrebbero funzionato al di là di Arcuri. Quello che ho chiesto ieri è che si decida”, insiste il governatore. “O danno fiducia a questa struttura al di là dei nomi o la cambiano. Non possiamo permetterci di stare 2 mesi nel limbo”.

Il pressing di Fratelli d’Italia sui gazebo-primula

A denunciare l’ultimo scandalo delle primule è stato fondamentale il pressing di Fratelli d’Italia. Fabio Rampelli ha fiutato il ‘danno’. E ha chiesto l’intervento del garante della concorrenza e del libero mercato, oltre che della Corte dei conti. Tanto che il bando per la realizzazione dei padiglioni, ideati da Boeri, è stato sospeso. Ora Draghi vada avanti. Draghi non tentenni e dia un segnale di vera discontinuità per dare fiducia e credibilità ai cittadini”.

Il vicepresidente della Camera chiede al nuovo presidente del Consiglio di essere consequenziale e di revocare l’incarico al super commissario. “È lui  l’ideatore di una serie di iniziative che hanno gettato discredito sulla gestione della pandemia e dilapidato ingenti risorse pubbliche“.

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