Vaccino Astrazeneca, complotto o semplice ritardo? Dagospia sgancia la bomba

2 Gen 2021 21:08 - di Ginevra Sorrentino
Vaccino Astrazeneca complotto

Vaccino Atrazeneca, complotto o semplice ritardo? Dagospia sgancia la bomba e Libero la riprende: ecco cosa ci sarebbe dietro… Del resto, sul vaccino Astrazeneca si è detto di tutto, di più. Addetti ai lavori hanno avanzato dubbi sui tempi della sperimentazione. L‘Ema ha bloccato la sua approvazione in Ue chiedendo ulteriori documentazione e allungando i tempi della sua distribuzione. I virologi hanno commentato a corrente alternata e oggi, dulcis in fundo, Dagospia ha sganciato l’ultima bomba. Una teoria “esplosiva” che insiste a far deflagrare nell’aria echi polemici e sospetti che, ovunque siano redistribuite le responsabilità, qualcosa non quadra nel trattamento riservato al vaccino.

Vaccino Atrazenica, complotto o semplice ritardo?

Stando a quanto riporta Libero, rilanciando lo scoop di Dagospia, «dietro ai vaccini ci sarebbe una guerra da 50 miliardi di dollari. Combattuta sulla nostra pelle. Lo scrive Dagospia, che ha pubblicato un report sul siero prodotto da AstraZeneca». Prodotto che, come ricordato in apertura, e come sottolineano i siti citati, «non ha ancora ricevuto l’autorizzazione, pur avendola richiesta in largo anticipo, già lo scorso ottobre». Per il sito di Roberto D’Agostino, dunque, non ci sarebbe dubbio. E come riassume Libero, si tratterebbe «di un fatto di geo-politica. Anzi, addirittura di una “grande truffa del vaccino”. Sì perché quello Pfizer-Biontech che è già disponibile ed è stato prodotto dagli Stati Uniti di Biden e dalla Germania della Merkel, costa 20 euro a dose. E richiede il trasporto a -80 gradi. Mentre – sottolineano Dago e Libero – quello britannico di AstraZeneca costa 2,80 euro a dose. E non presenta problemi logistici (può essere conservato anche in un frigorifero di una farmacia)».

Il retroscena di Dagospia rilanciato da Libero

Dove sarebbe allora l’inganno? Si fa presto, stante queste premesse, a tirare le somme. Secondo la ricostruzione di Dagospia, infatti, se aggiungiamo al fatto che «Oxford era pronta a ottobre», mentre il vaccino tedesco-statunitense era in ritardo, il dato non trascurabile di una sostanziale diversità di prezzo tra i due prodotti – chi avrebbe comprato il vaccino Pfizer-Biontech a 20 euro a dose quando era già in circolazione quello di Astrazeneca a 2,80 – il dado è tratto. E se poi, oltretutto, la mano passa a Boris Johnson, in ambasce per la sconfitta dell’amico Trump. E alle prese con lo sprint finale per chiudere il complesso capitolo Brexit, non sorprende più di tanto che sotto la sua giurisdizione – sostiene Dagospia –  si registri il «ritardo della Mhra per il nulla osta ad AstraZeneca». E il cerchio si stringe. Anzi, in realtà si chiuderebbe, sempre a giudicare secondo l’ottica complottista di cui sopra. E grazie alla mera constatazione in base alla quale, come scrive Libero, il vaccino di Oxford ottiene l’approvazione solo dopo che mezzo mondo ha già acquistato a 20 euro a dose quello di Pfizer-Biontech. E a trattativa della Brexit conclusa».

Intanto l’azienda annuncia il via a 2 mln di dosi a settimana

A fronte di tutto ciò, comunque, l’azienda farmaceutica AstraZeneca ha annunciato nelle scorse ore, che entro la metà di gennaio renderà disponibile due milioni di dosi a settimana del vaccino contro il coronavirus. Il siero sviluppato insieme all’Università di Oxford. Lo riporta il Times, citando una fonte anonima del team di Oxford-AstraZeneca. Ricordando, che il vaccino in questione al momento è stato autorizzato solo nella Gran Bretagna della Brexit, mentre l’agenzia europea del farmaco non ha ancora dato il via libera nel vecchio continente.

 

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